Un anno in più a tu per tu con un gruppo che sta crescendo, passando da un’idea ludica dello sport alla pratica quotidiana, con obiettivi che si fanno strada facendo sempre più significativi. Maurizio Serapini, dirigente accompagnatore dell’Under 14 di Virtus Unipol Banca, vede crescere giorno dopo giorno i ragazzi affidati agli insegnamenti di Cristian Fedrigo, con cui si rapporta ormai dall’inizio della passata stagione.“E’ un gruppo che cresce bene. Ci siamo trovati anche ad affrontare squadre con elementi probabilmente più formati, più pronti, rispetto ad alcuni dei nostri ragazzi. Ma qui vedo margini di miglioramento notevoli, sia dal punto di vista della squadra che da quello individuale, e penso che tra un paio d’anni i risultati saranno sotto gli occhi di tutti. Già così, comunque, è un gruppo interessante, che in questa stagione ha fatto un bel cammino ed ora si trova ad affrontare una bella sfida, la semifinale regionale.
Al timone, quest’anno c’è Cristian Fedrigo. Un bel ritorno per il settore giovanile bianconero.
“Cristian è un uomo di poche parole e molti fatti. Un allenatore preparato, una ricchezza per la società. Ha un bel rapporto con i ragazzi, sa farsi capire senza mai alzare la voce, trasmette loro tranquillità e sicurezza. Si intuisce che conosce profondamente le cose che insegna, sa sempre di cosa sta parlando. Quando hai la fortuna di apprendere da allenatori così, quello che impari ti resta dentro”.
E’ la seconda stagione bianconera, dopo i tanti anni passati alla Salus. Cosa credi di avere portato, oltre alla infinita passione per la V nera che trasmetti a bordo campo, da tifoso, ormai da quarant’anni?
“Quella c’è sempre, e davvero parte da lontano. Ero un ragazzino appena diciassettenne, quando iniziai a stravedere per John Fultz, all’inizio degli anni Settanta. Da dirigente cerco sempre di avere un rapporto amichevole con i ragazzi, non so se faccio bene o no ma questo è il mio carattere, non potrei approcciarmi diversamente. Del resto, questo è un gruppo che a livello di comportamento è eccellente, è davvero una grande soddisfazione stare accanto a questi ragazzi con i quali credo di aver instaurato un ottimo rapporto. Cerco sempre di instaurare un feeling con i giocatori e con i loro genitori, credo sia importante”.
Cerchi anche di far capire che questo è un posto speciale per inseguire traguardi importanti nella pallacanestro.
“A questo pensano soprattutto gli allenatori, ed è un concetto che sento ricordare spesso, e giustamente. Io provo a farlo, a volte, raccontando anche storie e aneddoti sulla Virtus che ho vissuto, magari parlo di giovani che avevano la loro età e ho visto crescere e diventare giocatori di spessore. Non succederà a tutti, come è normale che sia, di diventare professionisti della palla a spicchi. La vita dirà chi avrà avuto la tenacia, la forza e spesso anche la fortuna per arrivare lontano. Quello che conta, oggi, è che non perdano di vista i loro sogni. Crescendo, e impegnandosi per diventare persone migliori, prima ancora che buoni giocatori”.