E’ già iniziato il viaggio verso la nuova stagione del settore giovanile di Virtus Unipol Banca: un’altra annata che si preannuncia concreta, impegnativa, stimolante. Fissiamone gli obiettivi con le parole di Federico Vecchi, responsabile che ancora una volta ne ha tracciato la strada insieme ai suoi collaboratori.
“C’è stato un importante lavoro di preparazione, iniziato già al termine della passata stagione agonistica, che ha dato frutti davvero soddisfacenti sia per quanto riguarda la parte organizzativa sia per quanto riguarda il reclutamento di nuovi giocatori. Il minibasket ha avuto un ulteriore grande impulso, da domani inizierà anche il baby basket, abbiamo in cantiere tante iniziative fra cui cito il camp a Sestola dal 15 al 21 Luglio ed i Day camp. Ora è arrivato il momento in cui l’attenzione mia e di Marco Patuelli, direttore sportivo del settore giovanile, si sposti sulla gestione della stagione corrente, dopo aver gettato le basi perché tutto potesse partire al meglio”.
Grandi cambiamenti, o rinnovamento nella continuità?
“Con noi lavorerà lo staff della scorsa annata, confermato in blocco perché c’è una soddisfazione condivisa sul lavoro che era stato fatto, sia da parte mia che della società. Quindi sono ancora con noi tutti coloro che hanno contribuito ad ottenere buoni risultati, soprattutto dal punto di vista della crescita e del miglioramento dei nostri ragazzi. Abbiamo inserito alcune figure nuove, come quella di Giuseppe Giordano, vera e propria “new entry” nel ruolo di dirigente responsabile del minibasket, insieme a qualche nuovo istruttore, perché i numeri sono cresciuti e le nostre proposte sono aumentate. Qualcuno ha modificato il suo ruolo come Davide D’Atri che oltre ad allenare gli under13 ed ad affiancarmi con gli under20 ha preso la direzione tecnica del minibasket ed Andrea Nobili che, pur rimanendo un fondamentale supporto anche per la prima squadra, ha assunto l’incarico di fisioterapista del settore giovanile”.
Di veramente nuovo c’è un titolo italiano, quello dell’Under 18, che si aggiunge ai ventuno che già areno nella storia. Cosa significa ripartire da quella base,?
“I miglioramenti, come ho detto, riguardano vari aspetti: tecnici, fisici, di crescita personale. Certamente ci sono anche i successi, che rafforzano il gruppo e le individualità. Uno scudetto vinto è una gioia per tutti. Per la società, per gli allenatori e per i ragazzi. Per chi ha vinto è uno stimolo a proseguire e migliorare, per gli altri gruppi è la dimostrazione che il lavoro porta a belle soddisfazioni, e qualche volta regala ricordi indimenticabili”.
Dove porterà, il percorso? Questa sarà una buona stagione, se?…
“Ogni anno è diverso, sarà una buona stagione se i ragazzi che formiamo alla fine si sentiranno un po’ più pronti, se avranno la consapevolezza di aver arricchito il proprio bagaglio di esperienze. Parlando da allenatore degli Under 18 ed Under 20, prima che da responsabile, penso che un buon lavoro, in questo caso, sia prepararli al meglio ad entrare nel mondo senior. I giocatori che erano con noi l’anno scorso hanno avuto buone opportunità, mi auguro sia lo stesso anche per nostri i ragazzi che la prossima stagione si affacceranno al mondo degli adulti. Se qualcuno avrà l’occasione di frequentare la prima squadra, all’inizio per allenarsi e magari nel tempo per giocare in campionati di vertice, se qualcun altro troverà spazio e opportunità in altre realtà, allora avremo fatto un buon lavoro. I nostri giovani sono apprezzati, ci viene riconosciuto che siamo una bella scuola, una fucina di talenti, e questo per noi è motivo di orgoglio”.
Perché la Virtus è considerata una fucina di talenti? Che cosa ha di speciale?
“Perché abbina essenzialmente due aspetti. Uno valoriale, di accompagnamento dei ragazzi attraverso un percorso educativo e l’insegnamento di quelle che io definisco le “buone abitudini”, fuori e dentro il campo di gioco, che permettono una crescita personale a prescindere dal livello tecnico che un giorno si raggiungerà. Ogni ragazzo diventa responsabile del proprio miglioramento, impara a rapportarsi con chi lo allena, con i compagni, con gli avversari, alimenta la passione per il gioco. E poi c’è un aspetto di crescita tecnica, appunto: la nostra fortuna è quella di avere uno staff di allenatori, preparatori, medici, fisioterapisti di grande qualità ed un gruppo di dirigenti particolarmente attenti. La qualità delle persone e la competenza di chi si occupa della formazione dei nostri giocatori è un grande patrimonio che ci contraddistingue”.
La prima squadra ha risvegliato la passione dei cuori bianconeri, con la splendida corsa verso la Serie A. L’esempio di Virtus Segafredo può essere trascinante anche per i giovani.
“Tutto ciò che è un motore di interesse aiuta lo sviluppo del settore giovanile. Oggi possiamo abbinare una serie di aspetti che ci rendono appetibili: il fatto che ci venga riconosciuta qualità nella proposta formativa, i successi della prima squadra nella scorsa stagione e il chiaro messaggio di una società con un progetto di crescita hanno riacceso i riflettori intorno al mondo Virtus. Tutte fattori che ci permettono di dare garanzie alle famiglie, perché chi porta un ragazzo da noi sa di portarlo in un ambiente che può garantire un percorso educativo importante e una crescita tecnica di primo livello”.