Dall’inizio della stagione solo una lettera in testa: la B. B come Bologna Basket 2016, B come bel gioco, B come serie B, il traguardo a cui noi tutti aspiriamo. Ebbene, dopo tanta fatica e sudore sparso sul campo, ora ci siamo. La finale è realtà, si trova lì, pochi giorni davanti a noi. Andiamo ad incontrare l’ostacolo più grande, la rivale più temuta: la Rinascita Basket Rimini, una schiacciasassi costruita su misura per arrivare al livello superiore, anzi ancora più su.
Qual è il “sentiment” della squadra bolognese di fronte alla “madre di tutte le partite”? Con che spirito i rossoblù affrontano la dominatrice della stagione regolare? Abbiamo pensato di fare quattro chiacchiere con il nostro coach, Matteo Lolli, per capire un po’ di più che cosa ci aspetta.
Coach, comincerei dalle tue impressioni sulla serie con Imola. Grande fatica, ma anche grande soddisfazione…
In realtà eravamo pronti alla battaglia, perché sapevamo quanto erano forti ed oltretutto li abbiamo incontrati al massimo della forma. La prima sconfitta in casa non ci ha però demoralizzati, siamo andati da loro convinti di riprenderci il fattore campo e ci siamo riusciti. Poi anche la bella è stata una partita dura, ma se c’è una dote che ci va riconosciuta è la nostra capacità di recuperare anche quando andiamo sotto. Non molliamo mai e questo credo sia una qualità che non molti team possono sfoggiare.
Adesso però il livello si alza ulteriormente…
Sgombriamo il campo da equivoci: Rimini finora non ha avuto rivali. Hanno perso solo una partita, dietro hanno una città intera a sostenerli e vogliono riportarla ai fasti del passato. Dirigenza seria, giocatori professionisti che si allenano sette volte a settimana, bravo allenatore: non gli manca nulla. E questo anche se con Fiorenzuola hanno fatto più fatica del previsto.
Quindi per noi è un avversario impraticabile?
No, nel basket non c’è nulla di scritto. Il bello di questo sport è che, per dirla con una frase celebre, “non è finita finché non è finita”. Noi possediamo molte frecce al nostro arco e le useremo tutte per metterli in difficoltà. Ma dobbiamo anche essere consapevoli della forza del nostro avversario, sottovalutarli sarebbe un suicidio.
Credi che per Rimini non vincere la finale costituirebbe un fallimento?
Penso proprio di sì. Del resto anche loro dall’inizio dell’anno lo vanno ripetendo e hanno costruito un meccanismo ad orologeria vicino alla perfezione, pescando con intelligenza le diverse componenti che rendono un club vincente. Ma a volte anche i meccanismi più perfetti si inceppano...
E poi andare a giocare al Flaminio può mettere un po’ di soggezione…
Ci sono sempre almeno 2.500 persone a vederli e a tifare per loro, chiaro che è come avere un sesto giocatore in campo. Però posso dire che i miei ragazzi hanno esperienza di platee importanti e numerose e non si lasceranno certo influenzare o intimorire. Siamo molto cresciuti durante l’anno, talento ne abbiamo e non vedo perché non possiamo giocarci le nostre chances.
In conclusione, c’è un messaggio che vuoi lanciare ai nostri tifosi?
Chi ci segue sa che siamo una squadra seria, preparata e determinata. Su questo sono sereno e fiducioso, ho vistolavorare i miei ragazzi in questi giorni al meglio. Dovremo essere molto lucidi per evitare che si verifichino cali di tensione ed errori individuali. L’obiettivo è difficile, l’avversario il peggiore possibile, ma alla fine l’ultima parola ce l’avrà, come sempre,solamente il campo. E comunque non diamoci limiti. Loro sono i favoriti e devono vincere per forza, noi l’outsider uniti come un “pugno” sempre.
(Foto fornita dalla società)