Carissimi VIRTUSSINI buon 2019.
Abbiamo atteso qualche giorno dalla trasferta di Trento per riuscire a comunicare a tutto il popolo bianconero il nostro stato d’animo senza essere condizionati dai risultati negativi, offerti dal campo in campionato.
Abbiamo letto l’ennesima intervista del nuovo AD della Virtus in cui chiede di non demoralizzarci. Bene chiariamolo subito, noi non siamo demoralizzati, siamo INCAZZATI.
Perché? Perché da inizio anno abbiamo sentito TROPPE PAROLE e visto ZERO FATTI.
È stato definito l’anno zero e lo abbiamo accettato partendo dal prezzo più alto pagato al botteghino, per la quota abbonamenti. Il prezzo più alto d’Italia.
Abbiamo varie volte spiegato cosa sia Bologna, cosa siano i suoi tifosi e quanto amore possano dare.
Però di tutto questo nulla è stato inteso.
Sarebbe inutile rimarcare situazioni imbarazzanti che solo persone che non conoscono la piazza dove operano, potevano creare.
Il trofeo Porelli è stato l’antipasto di altre dubbie iniziative come la “folgorante” idea del ritorno a Casalecchio: avrà portato 7111 spettatori, ma ha lasciato tantissimi abbonati scontenti per un ricollocamento fatto senza il minimo criterio, premiando l’occasionale al posto del fidelizzato.
Ma questo probilmente nella testa di chi ha preso queste scelte sarebbe passato in cavalleria, bastava vincere.
Il problema è che la VIRTUS PALLACANESTRO BOLOGNA non è Reggio Emilia: ha una storia, un pubblico, un blasone che non viene incantato con quattro favole riportate sul giornale di turno.
La squadra è in difficoltà da due mesi. Non si presenta in organico completo da troppo tempo.
Non siamo in grado di indicare quale siano le soluzioni: non è ovviamente il nostro compito.
Tutte le persone che fanno e decidono, possono sbagliare. Noi per primi; errare è umano, perseverare è diabolico.
Dal nostro gruppo il sostegno non verrà mai a mancare, finché vedremo l’impegno sul campo. Anzi RADDOPPIEREMO le forze per aiutare i nostri ragazzi e sostenere la maglia.
Ma i primi che li devono aiutare stanno dietro le scrivanie dell’Arcoveggio, magari rivedendo atteggiamenti superbì e inutili, evitando proclami senza basi, mostrando fatti reali e umiltà e considerando gli errori fatti che ormai sono palesi. Speriamo che questi ultimi non ci portino fuori dalle Final 8, un obbiettivo minimo richiesto non solo da noi ma anche dalla proprietà.
Quindi che il 2019 porti sostegno alla Virtus e prontezza di scelte, per risolvere le difficoltà. E soprattutto una volta per tutte si capisca che alle parole bisogna che seguano i fatti.
Quello che ci auguriamo è che si capisca che ci vuole poco per fare bene. Ma bisogna FARE e non PARLARE.
Il tempo delle parole è finito.
FORZA VIRTUS
VECCHIO STILE