L’assessore allo Sport, Matteo Lepore, ha risposto alle domande dei consiglieri Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) ed Emily Clancy (Coalizione civica) sul piano di riqualificazione dello Stadio Dall’Ara.
Domanda d’attualità del consigliere Bugani
“Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi al piano di restyling dello stadio dall’Ara dove vengono menzionate le aree da utilizzare per le riqualificazioni come compensazioni per la realizzazione dell’opera, pone la seguente domanda di attualità:
per avere una valutazione politica amministrativa sul tema;
per chiede se il Sindaco e la Giunta se non reputino necessario attivare un tavolo partecipato, per la scelta di queste aree, allargato a tutti i portatori di interessi sull’argomento (quali costruttori, immobiliari, fondazioni o privati ) cosi come proposto dal direttore dell’Ance, Carmine Preziosi”.
Domanda d’attualità della consigliera Clancy
“Viste le dichiarazioni a mezzo stampa circa il possibile coinvolgimento delle aree ex demaniali o ex ferroviarie nel piano di riqualificazione dello Stadio Renato Dall’Ara, chiede al Sindaco e alla Giunta:
quale sia l’orientamento dell’Amministrazione, se esista un piano in questo senso e se siano in corso contatti con il fondo incaricato della valorizzazione delle aree;
se siano ritenuti ancora validi gli strumenti di pianificazione urbanistica varati nella scorsa consiliatura in relazione a tali aree (POC rigenerazione patrimoni pubblici)”.
Risposta dell’assessore Lepore
“Per quanto riguarda le due domande fatte dai consiglieri, a seguito dell’intervista che il Sindaco ha rilasciato al Corriere, sono per chiarire quanto segue.
Per il progetto Stadio, che noi abbiamo inserito all’interno del programma di mandato e sul quale più volte ci siamo detti che è un obiettivo strategico per la città di Bologna, è stato costituito un gruppo tecnico che è coordinato dal Direttore generale del Comune, per la società Bologna Calcio il referente è Claudio Fenucci e insieme stanno portando avanti un percorso che ha l’obiettivo di chiarire tre aspetti fondamentali: il primo riguarda la questione progettuale specifica dell’immobile stadio e il progetto urbanistico attorno, perché pensare di riqualificare il Dall’Ara significa anche cogliere l’opportunità di rivedere una sorta di masterplan complessivo dell’area con gli obiettivi di accessibilità, servizi, utilizzo diverso del contenitore stadio per più giornate e anche le questioni relative alle società sportive che attualmente fanno attività nello Stadio e nell’Antistadio. L’altro obiettivo che il gruppo di lavoro ha è quello economico finanziario, quanto costa e dove, reperire le risorse da parte di chi farà l’operazione. Il terzo aspetto, se volete quello più urgente, è quello delle procedure legali e amministrative, cioè come bisogna gestire tutti gli aspetti che riguardano l’operazione.
Il gruppo di lavoro tecnico sta svolgendo tutti gli approfondimenti e, sia da parte nostra che da parte della società, si stanno utilizzando tutti gli strumenti per poter far sì che ci sia un quadro complessivo. E’ stata richiesta anche un’udienza conoscitiva che sarà calendarizzata e credo che in quella sede ci sarà la possibilità di approfondire questi aspetti per come si saranno evoluti in quel momento.
Per quanto riguarda lo specifico delle aree militari che il Sindaco ha citato, io credo ci sia da sottolineare un aspetto molto importante. In questi anni l’Amministrazione si è dotata di strumenti urbanistici, il Piano Strutturale Comunale e i POC, Piani Operativi Comunali. Precedentemente al nostro mandato c’è stato anche un lavoro importante sulla firma degli accordi per quanto riguarda le caserme e i piani di valorizzazione, quindi Bologna di fatto è una delle città italiane che è più avanti su questo fronte. Gli strumenti urbanistici complessivi della città sono a disposizione di tutti e sono approvati e assolutamente vigenti, compresi i Piani Operativi che come sapete hanno delle scadenze di cinque anni per la realizzazione. Il Sindaco non ha fatto altro che affermare una cosa evidente: che Bologna ha dei Piani Urbanistici approvati, dei Piani Operativi approvati e che sulla base degli strumenti vigenti sono possibili delle operazioni imprenditoriali. E che Bologna, probabilmente meglio di altre città oggi, può attirare investimenti e fare svolgere iniziative di rigenerazione urbana proprio in virtù di questi piani che sono stati approvati. Questo significa che è possibile considerare anche un’operazione come quella dello Stadio Dall’Ara anche all’interno di questi strumenti, qualora ci fossero delle realtà imprenditoriali interessate a svolgere questo tipo di rigenerazioni e di investimenti. Che è cosa diversa da quello che dal gergo giornalistico ogni tanto viene citato come il tema delle ‘compensazioni’, perché noi siamo un Consiglio comunale e una Giunta che lavora rispettando quelli che sono i piani urbanistici, dove c’è già scritto tutto: chi vuole fare delle operazioni di rigenerazione urbana, urbanistiche e immobiliari, lì trova le tavole della legge. Chi si vuole muovere, lì trova tutti i punti di riferimento. Abbiamo anche delle opportunità che sono state inserite, quelle delle aree militari. Sta adesso agli operatori privati decidere se vogliono utilizzare quegli strumenti e quei diritti che eventualmente avessero acquisito con l’approvazione dei POC.
Per quanto riguarda le società sportive, io ho avuto un incontro nei giorni scorsi con i firmatari, tra cui la Virtus atletica, la Ghepard, la Sempre Avanti, la De Akker e altre società, di una lettera che è stata indirizzata al Sindaco e a loro ho ribadito quanto abbiamo scritto nel programma di mandato: che è un nostro obiettivo riqualificare lo Stadio, nel progetto il Sindaco ha già affermato che siamo disponibili a mettere in gioco l’Antistadio, ma per il progetto, non in una chiave, come dicevo prima, di compensazione. Qualora il gruppo tecnico valutasse che l’Antistadio è interessante per gli obiettivi, in quel caso dovremo trovare delle soluzioni alternative per le società sportive che operano dentro lo Stadio, questo va da sé, se riqualifichiamo lo stadio, ed eventualmente per quelle che operano nell’Antistadio. Ho detto loro che saranno coinvolte in un tavolo apposito in questo percorso, ci riuniremo a novembre con loro e i tecnici dei settori Sport e Patrimonio per valutare le loro esigenze, fare una fotografia di quanti tesserati hanno, quante giornate utilizzano gli spazi e che tipo di esigenze hanno. Sulla base di quello porremo le questioni all’interno del tavolo tecnico con la Società per capire, se l’operazione andrà avanti, che tipo di soluzioni possiamo trovare.
All’interno di questa discussione, particolare attenzione al tema della pista di atletica, che, da assessore allo Sport, dico che è una questione precedente alla questione Stadio, perché purtroppo da anni la situazione delle piste d’atletica nella nostra città non è ottimale. Quindi, semmai, la vicenda Stadio è un’occasione per provare a mettere mano ad una problematica che esiste da tempo. a questo punto dobbiamo ragionare non solo con la società sportiva Virtus atletica, ma con tutte le società sportive della nostra città, compresa la Federazione, per capire se in questo contesto possiamo eventualmente identificare uno o più impianti da riqualificare o un ulteriore impianto da realizzare, ovviamente il tema è meramente economico, cioè se riusciamo ad avere le risorse noi o da parte di investitori per questo tipo di intervento, però credo che la scelta sulla pista di atletica vada fatta in una chiave un po’ più strategica.
Sicuramente c’è un’esigenza delle famiglie di frequentatori di quella zona di avere una risposta rispetto alle attrezzature sportive, penso alla Ghepard e alle altre attività, ma per l’atletica siamo di fronte anche a una situazione più generale della città, perché Bologna merita di avere un’infrastrutturazione nell’ambito dell’atletica degna di questo nome e questo è uno dei risultati che dobbiamo provare a raggiungere.
Penso di aver risposto in modo chiaro alle questioni che venivano poste. Per quanto riguarda la consigliera Clancy ho risposto alle domande scritte sugli strumenti urbanistici: chiede se sono ancora vigenti, ho detto di sì. Rispetto a quanto ha aggiunto poi verbalmente in Aula, dico che per noi la riqualificazione dello Stadio non è un progetto che riguarda solo l’immobile dello Stadio. Deve essere un’occasione per fare un punto su tutta l’area e per risolvere alcuni problemi che da tempo esistono. Credo che uno Stadio nuovo, riqualificato, con una capienza differente e all’interno dei servizi cambi anche la natura della frequentazione della zona, anche solo per il fatto la capienza sarà ridotta, i giorni di utilizzo saranno maggiori. Uno Stadio di quel tipo avrà bisogno di dotazioni quali parcheggi, un diverso disegno dell’accessibilità, del trasporto pubblico e dobbiamo capire anche quali altre occasioni attivare nella zona. Ovviamente la nostra intenzione non è di caricare la zona di ulteriori problemi, semmai di utilizzare questa occasione per risolverli e dare delle risposte importanti che la città si aspetta da tempo.
Inutile dire, e concludo, che questa occasione dello Stadio è un’occasione di visibilità importante per la nostra città, credo che sia prioritaria rispetto ad altri ragionamenti che si potranno fare, voi sapete che abbiamo candidato lo Stadio per gli europei under 19, ci sono tante questioni attorno alle vicende sportive. Credo che l’occasione di portare a casa questa rigenerazione e questa riqualificazione stia a cuore alla città, come al Bologna, ed è anche da vedere in una logica di rilancio negli anni del progetto Bologna Calcio. Credo che questa proposta che viene fatta, ho avuto modo di dirlo anche in altre occasioni, sia anche frutto della visione che il presidente Saputo ha messo in questo progetto, che non è comprare la squadra per fare un’operazione speculativa sulla città, ma quella di investire sul calcio italiano, sul nostro Paese e sul Bologna, anche in un’ottica di sviluppo e di imprenditorialità della squadra, di un novo modo di gestirla, ad esempio di lavorare con il Montreal, avete visto questo torneo di calcio con le squadre delle scuole di Montreal e di Bologna. Il calcio a livello internazionale è già andato in una certa direzione, la Premiere League di fatto ha creato un certo tipo di businnes che sta in piedi con un modello completamente diverso rispetto al calcio italiano o ad altri campionati di calcio. Credo che l’operazione che il Bologna sta facendo vada letta in quest’ottica, non siamo di fronte ad un’operazione, che in passato qualcuno ha provato a fare, di utilizzare la squadra per fare altri tipi di iniziative. Noi su questo vogliamo essere rigorosi e guarderemo con quest’ottica tutto il percorso che da qui ai prossimi anni ci vedrà coinvolti”.