L’assessore Matteo Lepore ha risposto, in seduta di Question Time, alle domande d’attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti indietro), Paola Francesca Scarano (Lega nord), Francesco Sassone (Fratelli d’Italia) sulla riapertura delle strutture sportive.
La domanda della consigliera Palumbo
“Vista la lettera apparsa sulla stampa dove un padre di due ragazzi di 10 e 12 anni chiede che vengano riaperte al più presto in sicurezza le strutture sportive per permettere gli allenamenti almeno all’aperto. Visto l’articolo di stampa nel quale il circolo tennis Virtus ha lanciato un grido di aiuto per poter riaprire il prima possibile le proprie attività. Visto che sembra che in tutta la regione, compresi i circoli tennis dell’area metropolitana, si giochi e i campi siano aperti e risultino chiusi solo i circoli bolognesi, con conseguente migrazione degli sportivi nei comuni limitrofi che risultano essere aperti. Visto inoltre che lo sport per adulti e ragazzi rappresenta un tocca sana per la salute, un momento di socializzazione, educazione e disciplina.
Pone la seguente domanda di attualità per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politico-amministrativa sul tema. Per sapere dall’Amministrazione: se quanto appreso dalla stampa sui circoli tennis della città metropolitana corrisponda al vero; se non ritenga necessario trovare al più presto soluzioni affinché i nostri ragazzi e i nostri giovani possano dedicarsi nuovamente allo sport e adoperarsi affinché le regole siano uguali per ogni sport praticato”
La domanda della consigliera Scarano
“In tutta la Regione i campi sono aperti, fateci giocare. Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta di esprimere un parere politico amministrativo in senso generale ed in particolare vorrei conoscere le motivazioni dell’obbligo di chiusura in città dei circoli che praticano sport individuali, quando invece nel restante territorio della città metropolitana e della intera regione praticare altri sport individuali, come ad esempio il tennis, è consentito, creando una incomprensibile disparità di trattamento. Chiedo se ritenga l’amministrazione opportuno modificare o addirittura ritirare questo provvedimento”.
La domanda del consigliere Sassone
“In relazione all’articolo di stampa ed alla luce dei dati comunicati ed alle richieste formulate al Comune dal presidente Aldo Maria Beretta, chiede alla Giunta e all’assessore un parere in merito a quanto è emerso e quale sia la posizione politico amministrativa del Comune di Bologna in relazione alle richieste ivi formulate”.
La risposta dell’assessore Lepore
“Forse qualcuno conoscerà quello slogan che si legge in qualche osteria: ‘Per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno’. Ora, il problema dello sport e dell’apertura dei circoli è una questione che purtroppo ci trasciniamo dall’anno scorso, che ha visto il governo prendere dei provvedimenti che vedo essere confermati anche con il cambio di governo e che a mio avviso sono molto discutibili, perché di fatto si dice che lo sport non si può svolgere nelle zone rosse, salvo gli sport di interesse nazionale, perché si presuppone ci siano atleti di interesse nazionale professionisti che devono svolgere dei campionati. Il problema è che abbiamo assistito in questo anno a un fiorire di atleti di livello nazionale. Ora, io penso si possa essere atleti di livello nazionale dai 5/6 anni fino ai 90, 100, 110 anni, per carità io non metto in discussione che ad ogni età si possa svolgere sport, però credo che dobbiamo essere rigorosi. È una questione etica, una questione etica nei confronti della nostra comunità, siamo in piena pandemia, il Sindaco è responsabile sanitario e ovviamente risponde del proprio Comune. Mi sono coordinato con i miei colleghi degli altri Comuni dell’area metropolitana, così come a livello nazionale, però è chiaro che il Comune di Bologna ha una forte peculiarità, ci sono oltre 150 impianti sportivi comunali, in più ci sono quelli privati, negli altri Comuni ci sono uno o due impianti, a volte tre se ci metto un circolo tennis, non di più.
Noi ci siamo ritrovati ad un certo punto le settimane scorse ad avere molte federazioni, anche molto importanti, conosciute e frequentate sul nostro territorio che fanno il tesseramento nazionale di tutti gli atleti, dal minibasket ai pulcini fino appunto ai professionisti di serie A. Io non credo che amici che vanno a giocare a calcetto con la tessera di atleti nazionali o che vanno a giocare a paddle con la tessera di atleti nazionali nel tempo libero, nel dopo lavoro, siano atleti di interesse nazionale. Non credo che questo fiorire di campionati nazionali, con trofei per fare giocare le partite siano una cosa etica. Lo dico molto francamente, non in pandemia, noi stiamo tenendo chiuse le scuole e sappiamo che dibattito c’è sulle scuole, speriamo dopo Pasqua di poterle riaprire. È l’auspicio che ci facciamo tutti, io spero di poter riaprire anche gli impianti sportivi, ma se noi chiediamo questi sacrifici ai nostri figli, mi chiedo come possiamo andare a giocare a tennis con gli amici la sera senza pensare che questa cosa in un qualche modo stoni.
Ora, io penso che lo sport sia importante, penso che la socialità in questo momento sia assolutamente prioritaria e fondamentale per recuperare un equilibrio emotivo, sociale, quindi non vedo l’ora che si riapra tutto. Ma nel momento che noi facciamo delle ordinanze che tengono chiuse, ferme le attività – e lo so bene il peso economico che c’è sui gestori -, io non posso pensare che noi semplicemente facciamo un’ordinanza che dice che è tutto chiuso, come dice il Dpcm, poi ci giriamo dall’altra parte e scopriamo che ci sono decine di migliaia di persone che vanno di fatto a fare sport come se nulla fosse. Io questo non lo ritenevo e non lo ritengo etico e per questo motivo a Bologna abbiamo deciso di fare un’ordinanza più stringente, cioè fare una valutazione caso per caso, una scelta che ci è stata copiata anche da altri Comuni di grande dimensione ovviamente. I più piccoli non hanno preferito fare questa scelta per un semplice motivo, perché a volte hanno solo un impianto sportivo, una sola squadra di basket, una sola squadra di pallavolo, la gestione dei flussi degli assembramenti è totalmente diversa. Abbiamo però condiviso con tutti i Comuni dell’area metropolitana la questione dei due tamponi, uno ogni due settimane, abbiamo messo più risorse per sostenere le realtà che hanno avuto spese per il Covid, abbiamo pagato e stiamo garantendo, lo garantiremo fino alla fine di quest’anno il 100% delle contribuzioni dei nostri gestori degli impianti sportivi. Lo facciamo perché sappiamo che il fatto di chiudere sia un sacrificio, ma abbiamo pensato fosse importante dare questo segnale, il segnale che si fa sul serio, cioè che se la città è ferma perché dobbiamo fare un lockdown per abbassare la curva, stiamo facendo enormi sacrifici. Sono chiusi i bar, i ristoranti, è vero che lo svago ci aiuta, ma è anche vero che se gli assembramenti e i movimenti devono essere disincentivati, pensare che è tutto chiuso e poi le persone fino a tarda sera con la tessera in tasca, possono attraversare i comuni, perché gli atleti di interesse nazionale possono uscire dal territorio per andare a fare un torneo, un allenamento fuori dal Comune, allora mi chiedo il perché stiamo tenendo tutti in casa e stiamo tutti sacrificandoci, invece quando si tratta di andare a fare una partitella ci permettiamo di aggirare la regola. Mi dispiace che alcune istituzioni dello sport abbiano permesso queste cose, penso forse perché era interessante avere un alto numero di tesserati, forse c’è stata anche una concorrenza, perché è partita una federazione e allora sono partite le altre.
Devo dire che su Bologna abbiamo avuto, dopo che abbiamo fatto questa scelta, una grande collaborazione da parte degli enti di promozione delle federazioni, perché chiarita la questione iniziale, voglio ringraziare la federazione basket che ha un numero altissimo di atleti, su Bologna, ha compreso e ci ha aiutato a filtrare, quindi l’ufficio Sport sta concordando con le federazioni quali sono gli atleti veramente di interesse nazionale, quelli che hanno veramente dei campionati nazionali che si stanno svolgendo. Ringrazio la federazione pallavolo, ringrazio la federazione tennis, ieri mi sono sentito con il presidente del circolo Virtus tennis, mi sono spiegato, ma ci eravamo già sentiti, giustamente lui ha fatto una conferenza stampa per illustrare ai propri soci le motivazioni. È comprensibile la preoccupazione, ecco lui ha anche proposto di essere coinvolto nella programmazione di eventi di carattere nazionale e internazionale, abbiamo già svolto per altro un incontro con il gruppo di lavoro regionale che abbiamo con il presidente Bonaccini sui grandi eventi sportivi e sul tennis confermo il nostro interesse di portare gli eventi di carattere nazionale e internazionale su Bologna anche con degli investimenti.
Noi sullo sport stiamo investendo e continueremo ad investire, però a costo di perdere un po’ di consenso, insomma mancano sei mesi alle elezioni, noi in questa fase dobbiamo avere una gestione rigorosa della pandemia, trasparente e rigorosa, lo dobbiamo credo a tutte le persone che sono nei nostri ospedali, che lavorano, che soffrono, che hanno avuto il Covid, lo dobbiamo ai nostri ragazzi che non possono andare a scuola e che spero ad aprile potranno avere maggiore spazio e libertà. Ribadisco, se ad aprile cambieranno le regole, gli spazi all’aperto si potranno usare, così come le scuole e gli impianti sportivi, però è molto importante capire perché il Comune di Bologna si è assunto questa responsabilità così rigorosa, perché eravamo di fronte a un numero di migliaia di persone che in qualche modo aggiravano la regola di carattere sanitario, questo purtroppo non lo ritenevamo giusto. Noi abbiamo utilizzato le ordinanze che potevamo portare avanti, non abbiamo fatto polemica, io nelle sedi più opportune ho detto quello che pensavo, il governo e il Coni hanno pensato di andare avanti in questo modo senza pensare alla disparità, pensate che l’ordinanza regionale, perché lo prevede il Dpcm nazionale, prevede che gli enti di promozione per i loro campionati non possono fare attività, mentre le federazioni sì. Questa è una distinzione che ad esempio io non sono riuscito a farmi spiegare, qual è il motivo per cui un ente di promozione non può fare attività a carattere nazionale invece le federazioni sì? Se avessimo solo Federer che gioca potrei capire, ma siccome alcuni giornali hanno fatto notare che non siamo diventati improvvisamente tutti campioni nazionali di tennis, di paddle, di ping pong a migliaia, allora vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. Noi ci siamo assunti la responsabilità di limitare questa distorsione, di limitarlo a pochi numeri perché pensiamo che in questo momento la salute sia il bene primario. Più ci mettiamo a riprenderci dal Covid e dalla zona rossa, più perderemo, purtroppo, vite umane, perderemo risorse economiche e vedremo morire associazioni sportive. Meglio stringere adesso, rispettare tutte le regole, invece di pensare che girando la testa dall’altra parte prima o poi le cose si risolvano da sole”.