Un momento di festa. Il Natale che entra nella palestra Porelli, più di cento ragazzini che giocano e ridono, alimentando la loro passione per la pallacanestro a tu per tu con i giocatori della prima squadra, gli esempi da seguire. E’ una bella tradizione ritrovarsi in questo clima che scalda gli animi, per tutti quelli che gravitano nel mondo del minibasket di Virtus Unipol Banca. E in fondo sta diventando una tradizione anche vedere Luca Brochetto a gestire le operazioni: questa è l’ottava stagione da responsabile del settore, nella grande famiglia bianconera la sua lunga militanza non passa inosservata. Per lui è anche il momento di trarre i primi bilanci, rilanciando con nuove iniziative.
“Il settore è partito per una nuova stagione con gli stessi numeri dell’anno scorso, vale a dire che più di cento bambini e ragazzini hanno scelto di sviluppare il loro amore per il basket con i colori della Virtus. I gruppi si allenano principalmente al Cierrebi, ma anche alle scuole Tempesta, alle scuole Volta, alle Monterumici, al Centro Sportivo Vasco de Gama. Abbiamo incrementato il numero delle palestre in cui facciamo attività. Lo staff è praticamente confermato, con l’aggiunta di qualche assistente. Mi sento di evidenziare il grande lavoro dei capi istruttori Bruno Baccolini, Davide Moro, Umberto Calai, e degli assistenti Luca Finelli, Mattia Melis, Paolo Gandolfi, Antonio Campanella, Gianluca Lorusso, Nicolò Perini. Senza dimenticare gli Esordienti, che fanno parte del settore, guidati da Davide D’Atri, Giacomo Campanella e Alessandro Gatti”.
La macchina è partita, ma ci sono altre iniziative per raccogliere nuove adesioni.
“Il nostro obiettivo è sempre quello di incrementare il numero dei bambini che fanno attività con noi. Abbiamo fatto una leva di inizio stagione, a settembre, e a partire dal 9 gennaio, in concomitanza con la ripartenza dei corsi, faremo ancora due settimane di prove gratuite. Stiamo anche studiando ulteriori proposte per far conoscere quello che facciamo a un numero sempre maggiore di famiglie e di ragazzi”.
In Virtus non si vive davanti a uno specchio, ma ci si apre al mondo intorno.
“Abbiamo sempre coltivato buoni rapporti sul territorio e stiamo incrementando le collaborazioni con le società amiche. Da quest’anno abbiamo anche ripreso una bella abitudine, quella del prepartita alla Unipol Arena: organizziamo un quadrangolare con il sostegno di Coop Alleanza 3.0, e ogni volta che Virtus Segafredo gioca in casa portiamo quattro formazioni a dar vita all’evento, invitandole poi ad assistere alla partita in cartellone”.
Un’iniziativa propedeutica alla crescita della passione.
“Per i bimbi è qualcosa di unico, hanno la possibilità di giocare nello stesso palazzo in cui gioca la prima squadra nel campionato di Serie A2. E c’è un momento, durante lo svolgimento del torneo, in cui hanno la possibilità di incontrare due giocatori della Virtus, facendo domande, foto e vivendo da vicino l’ambiente del basket di alto livello. Sono momenti che un ragazzino ricorda a lungo, stimoli forti”.
Poi c’è il progetto “Virtus a Scuola”, che ti vede coinvolto insieme alla responsabile Rita Tabarroni per portare il basket anche a chi non ha ancora necessariamente deciso di praticarlo.
“Portiamo i giocatori della prima squadra, a turno, ad incontrare gli alunni delle scuole bolognesi, e questo accade prima delle gare interne di Virtus Segafredo, a cui invitiamo i bambini distribuendo coupons che prevedono riduzioni sul prezzo del biglietto. In questo caso ci confrontiamo con ragazzi che fanno anche altre discipline, portando loro professionisti che raccontano loro il significato di una vita costruita intorno allo sport, anche come mestiere. Sono nozioni importanti, e un modo per far appassionare i giovanissimi al nostro movimento”.
Il minibasket è soprattutto insegnamento attraverso il gioco. Corretta o limitata, come visione?
“Ci sono varie fasce d’età. Le prime sono quelle in cui bisogna sviluppare l’emozione dei bimbi, facendoli divertire e appassionare lavorando su aspetti più ludici che tecnici. Poi la crescita è graduale, ma il momento dell’impatto con la disciplina è importantissimo, è quello che alimenta la fiamma della passione”.
La soddisfazione più grande, per uno che insegna da anni in questo settore?
“Vedere i miglioramenti dei ragazzi. A volte nel breve periodo, a volte nel lungo, perché ognuno ha le sue caratteristiche e il suo sviluppo. Noi cerchiamo di portarne il maggior numero possibile all’approdo col settore giovanile. Vedendoli cambiare anche a livello comportamentale, quando per esempio trovano un equilibrio tra sport e scuola, impegnandosi sempre più seriamente in entrambi i campi”.
La festa di Natale è un gran bel modo per chiudere l’anno instillando quello spirito-Virtus che qui alla Porelli si respira quotidianamente.
“E’ un’occasione per far capire che questa è una grande famiglia. I ragazzi partecipano assieme ai giocatori della prima squadra, incontrano la dirigenza, si sentono veramente a casa. Ed è una sensazione che si porteranno dentro a lungo”.