La Virtus ritorna dalla Russia consapevole di giocarsi nei prossimi 5 giorni gran parte della propria stagione. Che Kazan fosse un osso duro non era certamente una sorpresa, che la squadra di Priftis avesse tutto per impegnare allo spasimo la Virtus era nell’ordine delle cose. Gli addetti ai lavori e i commentatori lungimiranti tenevano d’occhio i Russi da mesi, analizzando e soppesando le prestazioni dei “marines” anche se questi hanno giocato un pò a nascondersi sia nella fase regolare che nelle top 16.
Nonostante la Virtus abbia giocato contro squadre mediamente più forti (Monaco e Kuban in particolare), il percorso della squadra di Djordjevic è stato immacolato con un bel 0 nella casella delle sconfitte. Kazan invece alla fine ne ha messe insieme ben 6. Sulla carta quindi la Virtus poteva ritenersi superiore ai Russi ma in due partite questa superiorità non si è vista.
Da un punto di vista dell’organizzazione di squadra e dei meccanismi difensivi Kazan non ha nulla da invidiare alla Virtus, almeno in questi ottanta minuti. Nessuno dimentichi che, anche se vale 0, il risultato numerico dei due match è in perfetta parità: 161 a 161, questo la dice lunga sull’equilibrio della contesa e dell’imprevedibilità dell’esito.
Come sempre nelle serie, ne abbiamo grande esperienza dai nostri play off, le gare sono diversissime l’una dall’altra e i protagonisti alla ribalta si alternano per mille ragioni.
La Virtus però, contrariamente all’Unics, ha avuto sia a Bologna che a Kazan due protagonisti assoluti che hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte bianconera, a Bologna Teodosic e in Russia Belinelli.
Purtroppo all’ex Spurs è mancata la fortuna ma non certo il coraggio, dopo che la sua prestazione da extraterrestre aveva rimesso in partita i suoi e annichilito Kazan. La partità però la Virtus l’ha persa nei primi 3 quarti quando ha giocato un basket privo della consueta lucidità, in difesa cadendo nelle trappole dei “marines” e in attacco patendo oltre il lecito le mani addosso della difesa russa. Che la squadra di Priftis menasse botte da orbi era stato già paventato nell’analisi pre partita di gara 1, Theodore, White e Morgan fanno della fisicità le loro fortune cestistiche.
Kazan aveva un modo per impedire i normali rifornimenti al gioco sotto canestro bianco nero, non avendo uomini in grado di difendere forte su Gamble e Tessitori poteva solo raddoppiare sui passatori in grado di servirli e, siccome gli esterni sono anche dei grandi realizzatori, riducendo gli assist ai centri sarebbero diminuite anche le percentuali al tiro pesante, soltanto Teodosic in gara 1 e Belinelli in gara 2 sono riusciti a far saltare la gabbia predisposta da Priftis.
Domani sera però c’è un intermezzo di Campionato a distrarre la Virtus dal pensiero della “bella” con Kazan, arriva alla Virtus Segafredo Arena l’Allianz Trieste che com’è ovvio cercherà di approfittare della inevitabile stanchezza delle Vnere per fare un colpaccio in chiave griglia play off. La squadra di Dalmasson sarebbe stata un brutto cliente anche in una settimana meno complicata, domani sera rischia di essere un mezzo rebus. Immaginare che Djordjevic dia ampio spazio a chi solitamente resta a sedere non è solo auspicabile ma anche una necessità inderogabile. Con Markovic che verrà lasciato prevedibilmente fuori dei 12, dentro Deri, toccherà ad Adams, Alibegovic, Abass, Tessitori sostenere le maggiori fatiche. Il ragazzo Comasco d’altronde a Brescia, squadra lo scorso anno da play off, era un titolare da 30′ a gara, così lo stesso Alibegovic a Roma. Pertanto domani è il momento di aiutare la squadra e dimostrare il proprio valore.
(Lucio Bertoncelli – foto fornita dalla società)
Lucio Bertoncelli, bolognese di nascita, appartiene a una famiglia che ha fornito alla Virtus Bologna due giocatori: lo zio (Dario) e il cugino da parte di madre Sergio (Gino) Ferriani. Entrambi figuravano nella Virtus dei primi scudetti. Gino Ferriani fu anche una colonna della nazionale e partecipò alle Olimpiadi di Londra 1948 ed Helsinky 1952. Dopo aver indossato la maglia bianco nera delle giovanili a dodici anni, allenatore Gianni Corsolini, Giocatore di serie B a Modena, prestissimo allenatore a Sassuolo, Modena e Carpi. Terminata la carriera di allenatore collaboratore del Resto del Carlino ha seguito le vicende del basket Carpigiano fino all’anno 2000.