Non sbaglia un colpo in casa da più di un anno la Juventus di Allegri, che allo Stadium possiede una striscia aperta di 25 successi in fila (il primo della serie fu proprio contro di noi nell’ottobre 2015): in generale però la corazzata bianconera, rinforzata con l’innesto di Higuain nel chiaro intento di essere più competitiva in ambito continentale, non appare imbattibile.

Premettendo l’acclarata forza fisica di quello che è veramente uno squadrone, il sapiente magistero di un tecnico preparatissimo come Allegri, e il devastante mix di tecnica e consapevolezza di un organico di prim’ordine, va comunque sottolineato che in questa stagione una partita al mese la Juventus la perde. Caduti due volte a Milano, una – fragorosamente – a Genova col Grifone, e di recente ancora contro il Milan nella finale di Supercoppa, i bianconeri a causa della serata di Doha si sono certamente guastati le feste, e la necessaria conseguenza è l’obbligo di partire col piede giusto domani con quel Bologna che comunque nell’ultima uscita allo Juventus Stadium per una buona fetta di gara riuscì a creare difficoltà a Dybala e compagni.

Proprio il ritorno dell’argentino in piena forma è probabilmente la notizia più preoccupante: Dybala è un vero “regista d’attacco”, giocatore completo che vede la porta come pochi e lavora e recupera una marea di palloni anche lontano dai 16 metri avversari. Probabilmente il più “immarcabile” di tutto lo scacchiere bianconero, per quanto sia risaputo che a Higuain basti mezza occasione per decidere una partita (per ora 10 gol in 17 presenze). La prima alternativa è il generosissimo Mandzukic, a cui Allegri chiede di sfiancarsi come un mediano ricevendone in cambio un lavoro esemplare e la consueta pericolosità sotto porta, specie di testa. Scelte un po’ obbligate dietro, con le assenze forzate di Benatia, Bonucci e Alex Sandro e il rientro di Barzagli che dovrebbe panchinare di nuovo il bravo Rugani. L’esperienza di Evra, poco utilizzato sinora, e Lichtsteiner resterà a presidio delle fasce, con Sturaro invece sempre più convincente come interno di metà campo assieme a Marchisio e Khedira.

Ago della bilancia è la posizione di Pjanic, più avanzato rispetto a quanto ci aveva abituato a vedere negli anni di Roma, e come sempre abilissimo ad innescare le punte essendo dotato di un filtrante preciso e pericoloso quanto in sede di calcio piazzato. Il tecnico ci ha messo due mesi a trovare la collocazione migliore al bosniaco, che ora da trequartista dietro gli attaccanti è diventato il vero leader.

Statistiche rilevanti: la Juventus non pareggia in campionato dallo 0-0 del Dall’Ara di quasi un anno fa; è letale sulle palle inattive (già 11 gol) perché porta a saltare moltissimi uomini e ne sfrutta l’impressionante fisicità; di testa ha già segnato 6 volte (solo Lazio e Genoa hanno numeri migliori) ma ha anche preso 5 gol; ha una media di km percorsi a gara leggermente inferiore alla nostra (107.7 contro 107.8). Con l’arbitro Mariani i bianconeri hanno vinto nell’unico precedente; il Bologna, dal canto suo, di recente invece raccoglie ben poco col fischietto laziale (1 punto nelle ultime 4 uscite).