Uno spettacolo, la Festa di Natale del Minibasket Virtus Unipol Banca. Andata in scena sul parquet del palazzetto dell’ex Crb, ormai casa per i bimbi della V nera, festosamente invaso da centotrenta piccoli innamorati della pallacanestro, che per loro è ancora, semplicemente, uno splendido gioco. Tocca a Davide D’Atri, responsabile tecnico del settore, insieme a Giuseppe Giordano, dirigente responsabile dello stesso, tocca ai loro collaboratori, agli istruttori che vanno in campo, instillare in quei piccoli giocatori il seme della passione, un po’ alla volta, con molti sorrisi e tanta professionalità. Passione per il gioco, ma anche passione per una società sportiva che diventa una seconda famiglia, ben sapendo che la fedeltà ai colori e ai valori si radica più forte nei bimbi, e quasi sempre li accompagnerà anche nell’età adulta.
UN PARQUET PIENO DI FELICITA’ – Tanti piccoli in campo, tanti genitori sugli spalti, in un clima di festa al quale hanno partecipato anche i giocatori e lo staff tecnico della prima squadra, e naturalmente tutti coloro che animano e fanno crescere il settore giovanile, a partire dal responsabile Federico Vecchi e dal direttore sportivo Marco Patuelli, alle prese con un allestimento che ha reso l’evento ancora più coinvolgente. Una componente che caratterizza il mondo Virtus, rendendolo unico ed accrescendone il valore. E’ stato bello vedere l’entusiasmo di un giocatore navigato come Marcus Slaughter, uno che ha vinto in Eurolega e sa come entrare nel mondo dei bambini, lasciando il segno nella loro immaginazione. E’ stato fantastico come il gigante di San Leandro ha saputo coinvolgere i compagni, che si sono esibiti sul parquet creando siparietti divertenti coi piccoli compagni di gioco, premiandoli poi durante la pausa che ha preceduto il momento clou dell’intera giornata: la Santa Messa officiata dall’Arcivescovo di Bologna Monsignor Matteo Maria Zuppi, entrato appositamente nel mondo bianconero per portare il suo saluto davvero speciale.
IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO – Alle 18, dunque, le premiazioni, la merenda offerta da Alce Nero, Luca Porretto, Villani Salumi e naturalmente i premi offerti da Unipol Banca, storico main sponsor del settore giovanile. Alle 18.30, tutto allestito a tempo di record per la Santa Messa. E da quel momento, le parole di Monsignor Zuppi hanno aperto il cuore alle quasi cinquecento persone che hanno assistito alla funzione.
“Il Signore viene in mezzo agli uomini, e oggi lo fa in un luogo davvero particolare”, ha esordito. “Un posto dove fare canestro è importante: Gesù fa centro nel nostro cuore, e la sua vittoria è insegnarci a voler bene al prossimo. Oggi due dei miei celebranti hanno voluto essere qui perché la loro fede è doppia: quella per il Signore e quella bianconera…”
GIOCARE DI SQUADRA – “Per giocare bene, in questo sport”, ha continuato Zuppi, “bisogna aiutare gli altri. Perché saper giocare con gli altri significa vincere insieme a loro. Gesù avrebbe potuto giocare da solo, avrebbe evitato di finire in croce, invece ha scelto di giocare in squadra con noi. Lo ricordiamo a Natale, ma è un esercizio che andrebbe fatto tutto l’anno, perché nella vita come nello sport chi smette di fare esercizio perde allenamento, e poi deve saper ricominciare. Come non si può giocare a basket da soli, non si può vivere bene se non c’è armonia condivisa: volersi bene è giocare insieme. Se non ci si vuole bene, il mondo diventa un deserto, e la vita effettivamente per molti è davvero un deserto. Il sogno di Dio, che viene in mezzo agli uomini, è quello di scacciare le tenebre. Il suo sogno è la luce”.
FORZA E LEGGEREZZA – “Una suora di clausura”, ha confidato ancora l’Arcivescovo nella sua omelia, “mi ha in qualche modo suggerito il motto della Virtus: “Omnia virtus in levitate”, che significa che per saltare in alto occorre essere allo stesso tempo forti e leggeri. Leggeri nel corpo e nel cuore. E’ il Signore che ci aiuta a rialzarci e ad essere leggeri, è Gesù che fa canestro nel nostro cuore, e a nostra volta noi lo facciamo imparando a voler bene agli altri”.
Un messaggio di pace e fratellanza. Regalato con parole lievi e nitide dall’Arcivescovo al grande popolo della Virtus, nella casa in cui si coltiva la passione dei giovani, indicando loro una strada fatta di etica e coerenza. Che sia, davvero, un Natale felice.