Alla vigilia dell’inizio di questa serie con Treviso sembrava essersi realizzato quanto discusso e concordato nell’incontro pubblico avvenuto a Marzo con i vertici della pallacanestro italiana, rappresentati dai presidenti FIP e LNP, riguardo l’attività preventiva atta a scongiurare i divieti di trasferta. Si era infatti giunti a un accordo tra le società sportive per un equo scambio di biglietti –ci risulta già stampati nero su bianco- cooperazione tra le questure per approntare un idoneo servizio di sicurezza, con raggruppamento e filtraggio di massa al casello autostradale. A queste condizioni, ritenute accettabili, FOSSA ha aperto le prenotazioni per i suoi tesserati e in poche ore ha bruciato i tagliandi messi a disposizione per entrambe le gare.A tre giorni esatti dalla prima partita però, in seguito alla determinazione nr.18/2017 emanata dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, non ci resta che osservare come lor signori siano riusciti a dare un calcio al secchio di latte quando ormai era praticamente pieno. Dobbiamo infatti prendere atto dell’introduzione del biglietto nominale anche per le trasferte di Treviso, alla stregua di quella di Udine di poche settimane fa.
La nostra guerra per mantenere la libertà di trasferta, in cui Forlì ha segnato per il gruppo un successo di cui poter andar fieri, ci spinge a prendere atto, con pieno disappunto e legittima incazzatura, delle modalità imposte dai vertici del Ministero degli Interni e delle inefficienze -o smanie di eccessivo controllo- di chi comanda. Lor signori non si credano che non ci riterremo liberi di proseguire la nostra legittima lotta contro quel sistema repressivo che ci sta logorando ai fianchi; ma non è ancora stato in grado di metterci al tappeto. La totale incoerenza e l’amaro che ci resta in bocca sono solo il retrogusto di quella rabbia che ci consentirà di restare determinati a combattere in futuro. E allora incoerenza per incoerenza. Se qualcuno pensava che saremmo rimasti a casa, questa volta no.
Andremo a Treviso.
Fossa dei Leoni