Forse è mancato il lieto fine perché per il terzo anno consecutivo lo scudetto dell’hockey indoor è andato all’Hc Bra. Ma il Cus Bologna, finalista e desideroso di riportare all’ombra delle Due Torri quel titolo che manca dall’ormai lontano 2013, non ha nulla da rimproverarsi. La finale scudetto, in un PalaCus stipato, caldo e corretto, finisce 6-2 (in gol per gli universitari Nicola Missaglia e l’eterno Sergey Stasiouk) dopo che il primo tempo, 2-1 per i piemontesi, aveva fatto presagire una clamorosa sorpresa. Clamorosa perché il Bra ha vinto cinque gare su cinque e con scarti impressionanti. Il Cus Bologna, affidato all’esperienza di Davide Tassi e spinto dal tifo del suo presidente, Pietro Pagni e del general manager Federico Panieri ci ha provato fino alla fine. Con coraggio, determinazione, dimostrando di avere qualcosa in più, oltre al talento. Ma contro la forza del Bra non c’è stato verso. Il Cus Bologna esce a testa alta dalla competizione e manda il suo storico capitano, Daniele Gadda a ritirare la Coppa per il secondo classificato. E’ una squadra che comunque ha un futuro, perché Nicola Missaglia, Mattia Amorosini e Pietro Lago sono dei talenti cristallini che solo una settimana prima giocavano la finale di consolazione a livello under 21. Continuando a lavorare al fianco di vecchi marpioni (qual è per esempio il Cobra, Nicola Sanasi) potranno crescere ancora e, magari, regalare tante soddisfazioni all’hockey indoor delle Due Torri.Il Cus Bologna intanto incassa i complimenti di tutte le squadre presenti alla tre giorni. La macchina organizzativa del braccio sportivo dell’Alma Mater Studiorum si conferma all’altezza. Il Cus Bologna ha un futuro anche come organizzatori di grandi eventi.
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