8 punti e una gara da recuperare, un calcio piacevole e una “tigna” invidiabile, che ha fermato anche il Napoli: Ivan Juric, beniamino del popolo genoano, è partito col piede giusto, il suo 3-4-3 è pericoloso e la squadra ha un’interessante tendenza a ribaltare i risultati nella ripresa. Attenzione perchè il Genoa infatti fin qui ha segnato tutti i suoi gol nei secondi tempi, e il 43% delle reti nell’ultimissimo quarto d’ora delle partite: bene finora tutti gli interpreti dell’attacco rossoblù (ottava squadra per conclusioni verso lo specchio, 77, di cui 28 in porta), reparto però martoriato questa settimana da tante assenze. Al Dall’Ara non ci sarà infatti il faro Pavoletti, nè lo squalificato Pandev, nemmeno l’esterno Ocampos, un bell’atleta tutto mancino uscito però malconcio dal concitatissimo finale di gara col Pescara, in cui per il Grifone si è consumata una bruciante beffa con retrogusto di protese. Juric punterà forte allora sull’energia di Giovanni Cholito Simeone, fresco di prima rete in A, magari col togolese Gakpè e con un trequartista a supporto.
Più indietro, la grinta di una mediana ruvida – 86 falli già commessi, 17 cartellini raccolti di cui 3 rossi – è garanzia di sostanza e interdizione, con il venezuelano Rincon che corre e rincorre e il ritorno di Veloso dopo gli anni di Kiev a muovere la palla. Sugli esterni, polmoni e generosità con Lazovic e Laxalt, cui però non si accompagna sempre identica dose di qualità. Tosta allo stesso modo anche la linea difensiva a 3, capitanata davanti a Perin dal sempreverde Burdisso con Izzo e l’ex laziale Gentiletti se Orban, alle prese anche lui con una distorsione al ginocchio, non ce la dovesse fare.