Si sapeva che sarebbe stato il confronto più difficile del girone.
I Dolphins potevano contare su una formazione più esperta e, in buona parte, proveniente da quella dello scorso campionato.
Il campo ha decretato 30 punti di differenza tra le due formazioni. Ogni scusa o parziale recriminazione deve lasciare lo spazio soltanto alla consapevolezza che c’è tanto lavoro da fare, ma che la strada è sicuramente quella giusta.
Non importa se i Warriors non sono soliti perdere da parecchio tempo con questo divario o se lo scorso anno alla stessa formazione era stato rifilato un 50 a 0 a Bologna ed un 23 a 16 in casa sua. Il risultato maturato sul terreno del Nelson Mandela anconetano ha detto questo, quindi onore ai vincitori e tanto lavoro da fare per gli sconfitti.
E’ chiaro che gli allenatori avranno modo di valutare nel dettaglio cosa è accaduto, le giocate, gli errori, i dubbi tecnici che i giovani Blue non sono stati in grado di dipanare durante l’incontro.
Nel consueto breefing del dopo partita, gli stessi allenatori hanno iniziato a dare le prime spiegazione, elogiando anche alcune giocate che, nel complesso, hanno evidenziato la considerazione che ci sia stato un miglioramento rispetto all’incontro precedente, pur avendo perso nel risultato.
E dire che non era certamente iniziata male con il primo drive dell’offense bolognese che, grazie a precisi lanci del qb Brian Labarile su Andrea Bini e su Andrea Bello, era riuscito a varcare la end zone, proprio con quest’ultimo e con una apparente capacità di controllo del campo.
Poi, però, i marchigiani hanno messo a punto i registri e da lì in poi, per Bologna, non c’è stata più la possibilità di segnare, malgrado ci sia arrivata molto vicino in un paio di occasioni.
Un po’ di sfortuna ci sta sempre, ma dall’avversario va interpretata come la capacità di reazione dei padroni di casa di aver controllato qualche sfuriata degli ospiti. Ci sta.
Anche l’infermeria guerriera, che ad inizio settimana sembrava quasi vuota, ha purtroppo registrato un paio di importanti defezioni dell’ultima ora.
Ma lo abbiamo già detto: il risultato è quello che si ottiene sul campo, quindi, da lunedì, si ricomincia il lavoro perchè tra due settimane, domenica 11 novembre, ci sarà un’altra trasferta ancora più lontana in terra ligure contro i Red Jackets di Sarzana.
Ai giocatori viene chiesto un rapido riscontro dell’accaduto ad Ancona, ma soprattutto la capacità di un immediato cambio di velocità.
La squadra è giovane e l’esperienza del gruppo è in divenire, ma è proprio negli allenamenti che si creano le basi per il successo nelle gare ufficiali.
Ora qualche livido potrebbe sembrare più grande del reale, ma l’importante è che sia il monito per ripartire con grinta e determinazione e non sia la scusa per “prendere tempo”.
Per chi è in campo nel football americano il tempo di pensare può rappresentare un nemico (è compito degli allenatori farlo), al contrario la voglia di riscatto del giocatore è fondamentale.
Tra due settimane l’impegno viene accompagnato da una promessa di tutti i ragazzi nata alle 3 del mattino di domenica al rientro in pullman: lavorare intensamente nelle due prossime settimane per arrivare a Sarzana con un potenziale di fuoco decisamente competitivo.