Un derby che probabilmente passerà alla storia più per la soglia di adrenalina in corpo che per il risultato finale, per il quale entrambi i team hanno dato tutto con grande spirito di squadra.L’attesa di questo incontro era iniziata la settimana precedente con le consuete dichiarazioni di rivalità, poi man mano era cresciuta nei giorni successivi. Il fatto che coaching staff e giocatori, compreso il cheerleading, avessero militato tante volte dalla stessa parte, ha contribuito a rendere ancora più frizzante l’atmosfera. Poi il pubblico, semplicemente fantastico da ambo le parti, ha incitato i propri colori fino alla fine. L’Assessore allo Sport del Comune di Bologna, Matteo Lepore, presente in campo anche per il kick off iniziale, ha potuto verificare di persona cosa significa il football americano a Bologna. Fortitudo/Virtus, tanto di cappello a basket city, ha comunque una manifestazione sportiva cittadina in grado di emularla, seppur con le dovute dimensioni di partecipanti, almeno nel pathos del pubblico e nell’adrenalina in campo.
L’Alfheim Field di via degli Orti si è trasformato in una vera e propria bomboniera carica di emozioni, pronte ad uscire per suppotare entrambe le due storie sportive.
Complimenti ai Warriors e complimenti ai Braves che hanno condotto una partita intensa dal primo all’ultimo secondo, ma alla fine si sono salutati in campo con grande rispetto: questo è uno dei valori del football americano.
Venendo alla partita, ci vorrebbero troppe pagine per descrivere l’accaduto. Limitiamoci a ricordare che le difese hanno sostanzialmente regolato gli opposti attacchi, entrambi forse colpevoli di maggior tensione, ed i td (due Warriors ed uno Braves) sono avvenuti grazie a giocate particolari che hanno sfruttato quei pochi momenti di confusione difensiva.
Vanno in td prima gli ospiti con un lancio su Amidei, colpevolmente lasciato solo dai DB bianco/blu, con aggiunta di trasformazione da un punto.
Poi sale in cattedra la difesa guerriera che blocca tutto il possibile costringendo l’attacco grigio/amaranto a calciare il punt dentro la propria end zone: bloccato dallo special team dei Warriors e safety per i primi due punti guerrieri. Sempre nel secondo quarto arriva anche la bomba del qb Willo Scaglia che Matteo Zanetti cattura e vola in td per l’8 a 7 di metà gara.
Nel terzo quarto solo le difese sul terreno, nessuna segnatura da ambo le parti.
Poi arriva l’ultimo periodo, quello che gli americani attribuiscono a chi ci crede di più, a chi ha più “fame” di portare a casa il risultato. I Braves riescono a far breccia tra le maglie difensive guerriere ed arrivano ad avere 4 tentativi per andare in td. Ulteriore capolavoro della difesa di Mauro Solmi, costretta a cedere solo su field goal da 3 punti; Warriors 8 Braves 10. Mancano meno di cinque minuti alla fine ed un secondo capolavoro della coppia Scaglia/Zanetti, riporta il wide receiver padovano in td, non trasformato, per il 14 a 10 guerriero. Ma i Braves non ci stanno e spingono più che possono fino ad arrivare ad avere 4 tentativi per correre circa due yards per segnare. Ed è ancora la difesa dei Warriors che prende sulle spalle le sorti dell’incontro e blocca per tre volte l’attacco ospite che non può più permettersi di calciare dato lo scarto di 4 punti sul tabellone.
Il quarto tentativo per poter vincere a pochissimi secondi dalla fine dell’ultimo periodo è una storia a sé, una partita nella partita. Ci provano con veemenza i Braves, ma la difesa guerriera è una saracinesca. 14 a 10 il finale per i padroni di casa all’Alfheim Field.
Esplode la corsida banco/blu, ma, giustamente, anche i tifosi grigio/amaranto, applaudono i proprio ragazzi.
Tutti ce l’hanno messa tutta, ma alla fine un solo team doveva vincere e questa volta era quello dei Warriors.