Sarebbe potuto essere l’unica gara tranquilla della stagione, se l’Eurocup avesse usato il buon senso nello stabilire le regole per la Coppa, invece questa sera la Virtus, unica squadra senza sconfitte in Europa, è condannata a vincere e questo potrebbe non bastare per conquistare la possibilità di disputare la eventuale bella in semifinale e finale alla Virtus Segafredo Arena. Il motivo è abbastanza semplice: l’Eurocup calcola la differenza canestri in caso di arrivo a pari punti soltanto nelle top 16 e non, come sarebbe logico, tenendo conto anche della fase regolare.
Questo significa che, a meno di una vittoria questa sera di proporzioni inusuali o della sconfitta di Kazan, i bianconeri in una eventuale semifinale o finale non potrebbero giocare tra le mura amiche. E’ vero che al momento attuale il fattore campo non incide più di tanto (ma in Kazakistan dentro i Palasport ci sarà pubblico) tuttavia non muoversi da Bologna o doversi spostare di alcune migliaia di chilometri non è la stessa cosa specie in tempi di pandemia.
La Virtus fin qui in Coppa non ha mai steccato disputando gare di alto livello specie in trasferta, due fra tutte Monaco, dove recuperò uno svantaggio importante, e quella di martedì a Lubiana, costretta ad un supplementare ma alla fine portata a casa.
I Francesi del Bourg sono un’ottima squadra che non ha avuto fortuna nel girone e ormai sono fuori dai giochi, per questo arriveranno a Bologna senza pressione con la voglia di dimostrare che nelle otto regine che andranno a disputarsi la Coppa avrebbero potuto starci tranquillamente.
La Virtus invece avrà su di se tutta la pressione di una gara che non può sbagliare per non rischiare di complicarsi la vita, pur avendo già raggiunto matematicamente il primo posto nel girone G, quindi non saranno ammesse distrazioni e le situazioni di supponenza viste sabato sera con Venezia, per essere chiari ripetere una prestazione da 23 palle perse non sarà ammessa se le Vnere vogliono terminare anche le top 16 imbattute.
Sopratutto alcuni dei grandi protagonisti che sabato sera hanno steccato anche in modo inusuale, dovranno riscattarsi velocemente perchè la Virtus è attesa da due gare molto importanti, sabato infatti è attesa a Brindisi dove, con una vittoria, potrebbe issarsi da sola al secondo posto, il massimo a cui, realisticamente, possa ambire viste le sei sconfitte casalinghe subite. Milano ad oggi dista tre vittorie e che la squadra di Messina da qui alla fine della stagione regolare possa perdere tre partite.
Il vero problema della Virtus, ingigantito dalla sfida pur vinta alla fine con una Venezia priva di due uomini fondamentali quali Bramos e Daye, è quella della gestione del gruppo da parte del coach. Tanto per dare un’idea della difficoltà un uomo che ha allenato anni in serie A come Marco Calamai, dall’inizio del torneo, durante la sua trasmissione Basket Land, sostiene che il roster della Virtus è complicatissimo da gestire. I fatti gli stanno dando ragione, più la stagione entra nel vivo e ogni partita acquista sempre più valore, coach Djordievic tende a ridurre sempre più il minutaggio degli ultimi arrivati (soprattutto la AAA) e di conseguenza a dilatare il tempo concesso agli altri. Sabato sera Adams, Alibegovic e Abass hanno avuto 15 minuti in 3, Hunter eroe a Lubiana circa 7. In questo modo è facile prevedere che si rischia di spremere gli altri, soprattutto i due Serbi e Belinelli che bisogna ricordare, hanno sulle spalle 100 anni in 3.
Il rischio di arrivare a fine maggio senza benzina è concreto, l’unica soluzione è avere il coraggio di rischiare, da qui in avanti, di utilizzare maggiormente coloro che fin qui sono stati meno impiegati.
(Lucio Bertoncelli – foto fornita dalla società)
Lucio Bertoncelli, bolognese di nascita, appartiene a una famiglia che ha fornito alla Virtus Bologna due giocatori: lo zio (Dario) e il cugino da parte di madre Sergio (Gino) Ferriani. Entrambi figuravano nella Virtus dei primi scudetti. Gino Ferriani fu anche una colonna della nazionale e partecipò alle Olimpiadi di Londra 1948 ed Helsinky 1952. Dopo aver indossato la maglia bianco nera delle giovanili a dodici anni, allenatore Gianni Corsolini, giocatore di serie B a Modena, prestissimo allenatore a Sassuolo, Modena e Carpi. Terminata la carriera di allenatore collaboratore del Resto del Carlino ha seguito le vicende del basket Carpigiano fino all’anno 2000.