“Nessuna di noi sente di aver vinto. Nessuna di noi ha voluto combattere una guerra. Nessuna di noi ha mai desiderato un epilogo del genere.
Ci sarebbero innumerevoli questioni, argomenti, aspetti, riversati in queste ore sui social, che meriterebbero di essere approfonditi; ma non è questo il luogo per farlo e soprattutto non è prioritario, per noi, replicare a chi falsifica la realtà. È però nostro diritto esporre la nostra “versione” dei fatti, le nostre motivazioni e soprattutto quella che è la nostra reale posizione; nel farlo, pur amareggiate, non verremo mai meno a quel rispetto che ci è stato invece negato.
Passiamo al dunque: giocare per il Basket Progresso Matteiplast ha sempre significato, per noi ragazze, far parte di un gruppo di persone che collaborano per obiettivi comuni. (Si badi bene, gli obiettivi sportivi non ci sono mai stati esposti/imposti, se non un “puntiamo alla salvezza” , riproposto ad ogni inizio stagione). Non siamo professioniste; il minimo rimborso che percepiamo è l’ultima delle nostre pretese e abbiamo da sempre collaborato con una società che proprio sulla collaborazione con noi ha impostato la sua gestione. Questo porta a grandi sacrifici, da entrambe le parti: dal canto nostro abbiamo cercato,quotidianamente, di riconoscere quelli, enormi, della dirigenza. Ognuna di noi, da ormai qualche anno, ha quindi scelto, consapevolmente, di farne parte e di affrontarne le difficoltà, dentro e, soprattutto, fuori dal campo (gli interessati sanno di cosa parliamo). Nel momento in cui inizia a mancare ogni tipo di riconoscenza e di rispetto, fondamenti sui quali abbiamo per tempo creduto che si sostenesse la società, allora perdiamo qualsiasi motivazione per andare avanti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, colmo di innumerevoli spiacevoli episodi, è la vicenda di Giancarlo Giroldi. È un buon allenatore, a nostro parere. Nessuna è stata ammaliata dal suo fascino, nessuna ritiene sia l’allenatore più bravo del mondo. Ha i suoi limiti, piccoli o grandi che siano, come li abbiamo tutte noi giocatrici. Ma è una persona; una persona che, in qualsiasi circostanza, ci ha mostrato grande rispetto e che ha creduto in noi, come giocatrici, cosa che in molti non hanno fatto. Lui merita tutto il nostro rispetto.
Le modalità del suo esonero sono ciò che, questa volta, non abbiamo potuto mettere da parte ed accettare: nessuno ci ha informate direttamente della decisione; così è stato addirittura anche per il diretto interessato. Abbiamo appreso la notizia tramite radio, TV, e social. Abbiamo, allora, cercato un confronto, quel confronto aperto e schietto che il Civ ha sempre avuto con noi ragazze: in cambio abbiamo ricevuto, nuovamente, solo dichiarazioni pubbliche, infamanti e provocatorie. Dopo tre giorni, finalmente, nella serata di ieri, ci è stato concesso l’incontro: presenti tutte noi giocatrici, lo staff tecnico, presidente e vicepresidente. Civolani ha utilizzato, per “motivare” la sua scelta, le stesse parole pronunciate in tv e in radio, niente di più, niente di meno. È suo diritto decidere, abbiamo preso atto della sua volontà. A quel punto, è stato allora nostro diritto decidere se continuare a giocare per lui o meno, diritto che ha lui stesso proclamato in tv e ribadito direttamente a noi : “le porte sono aperte”. La maggior parte della squadra ha scelto di consegnare la borsa. La maggior parte della squadra non ha scelto Giroldi invece che Civolani. Ha scelto di non giocare più. Chi ci conosce, sa quanto possa pesarci rinunciare alla pallacanestro.
Il presidente, preso atto della nostra volontà, ha chiesto qualche minuto di tempo per riunirsi con vicepresidente e vice allenatori e capire come agire. Tempo ovviamente concessogli da noi. È allora rientrato in spogliatoio e ci ha comunicato la sua decisione di richiamare Giroldi e mantenere la squadra, come unica via d’uscita per arrivare a fine stagione. Ha quindi lasciato lo spogliatoio, pronunciando sentenze che per correttezza non riporteremo. Le ultime dichiarazioni in radio di stamani, parole estremamente gravi, che qualche sito si è permesso di riportate tagliate, ci feriscono profondamente, ma ci danno conferma, se ce ne fosse bisogno, di aver difeso, con dignità, valori imprescindibili.
Detto questo, a differenza del suo agghiacciante auspicio, per noi la sedia del Civ rimarrà vuota e nessuno, che non sia lui, potrà mai occuparla.”
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