Una storia lunga e bellissima, di sacrificio ma ricca di soddisfazioni, una carriera importante, prima sul campo e in particolare sul monte di lancio, poi ai bordi dello stesso ad insegnare la sua arte e a guidare i suoi allievi al successo, ma prima o poi arriva il momento di mettere un punto.
Roberto Radaelli ha deciso di chiudere qua la sua lunga carriera passata sui diamanti, dopo aver contribuito a portare a Bologna scudetto e coppa dei campioni in un’unica stagione (non era mai successo), ma è giunto il momento di dedicare più spazio a quegli affetti e a quelle passioni che in quasi sessant’anni di vita hanno dovuto convivere con l’amore e la dedizione per il baseball.
“Rada” nasce a Bollate (Milano) nel 1960 ed entra a far parte giovanissimo della “fucina di talenti” della città natale, un vivaio che ha prodotto tanti giocatori di baseball importanti ed in particolare lanciatori, come lui. A soli 15 anni il debutto in prima squadra e per sei stagioni veste i colori del team lombardo, ma a Bologna si accorgono di questo talento, che approda sotto le due torri nel 1980, diventando per lunghi anni una pedina fondamentale della Fortitudo Baseball, marchiata Biemme Giochi, Del Monte, Nordmende, BeCa e Caffè Meseta. Sono 10 stagioni indimenticabili, nelle quali Rada dà il meglio di sé sul monte di lancio, contribuendo allo scudetto del 1984, alla coppa dei campioni del 1985, entrando nel cuore dei tifosi e accogliendo Bologna nel proprio. Roberto fa sicuramente parte di quella categoria di “bolognesi acquisiti”, legati alla città, amando la stessa talvolta più dei “bolognesi doc”, pur mantenendo ben salde le radici lombarde, che sono per lui un richiamo anche quando nel 1990 si trasferisce a giocare nella città meneghina, con la Mediolanum, squadra talentuosa ed emergente. Dopo quattro stagioni, tuttavia, Radaelli fa ritorno a Bologna, dove conclude la carriera da giocatore prima della fine degli anni 90, dopo aver conquistato con i biancoblu una coppa Italia, lanciando la gara decisiva. Una carriera che lo ha visto sul mound per ben 374 partite, con 2258.1 inning lanciati, ottenendo 165 vittorie e 4 salvezze a fronte di 100 sconfitte, con 1390 strikeout. Protagonista anche in nazionale con 25 presenze.
Appeso il guanto al chiodo e passato allo staff tecnico, in particolare nel ruolo di pitching coach, in questa nuova veste ha vissuto una carriera ancor più ricca di successi e soddisfazioni, diventando un punto fermo per i manager con cui ha collaborato e in particolare quelli del “ciclo d’oro” della Fortitudo Baseball, prima Italeri poi UnipolSai, squadre condotte da Mauro Mazzotti, Marco Nanni e Daniele Frignani, che hanno conquistato, dal 2003 al 2019, 7 scudetti, 4 coppe dei campioni, 8 coppe Italia e una supercoppa italiana. Un palmares incredibile al quale Rada ha contribuito allenando decine e decine di lanciatori, fra i quali vanno ricordati sicuramente gli stranieri Jesus Matos e Raul Rivero, protagonisti in casacca biancoblu rispettivamente del primo e secondo decennio del nuovo millennio. Ma l’elenco è lunghissimo e di grande qualità e vede anche tanti campioni di nazionalità italiana, quali Fabio Betto (da qualche anno collega nel pitching staff), Fabio Milano, Rolando Cretis e tanti altri che hanno fatto le fortune della Fortitudo baseball.
Il carattere e il temperamento di Roberto Radaelli ne hanno fatto un grande, sia in campo che fuori dallo stesso; un uomo ammirato e apprezzato da compagni e avversari, dagli appassionati di baseball bolognesi e non, entrato nella storia del club biancoblu, del quale è fra i principali protagonisti degli ultimi 40 anni. La Fortitudo baseball sarà per sempre grata a Rada per l’incommensurabile contributo che ha portato in tutti questi anni di militanza.
(Foto fornita dalla società)