Gli effetti della cura Pioli sono sotto gli occhi di tutti. Il quarto posto in coabitazione con l’Atalanta e i tentativi di rimonta a chi sta sopra passano anche e soprattutto dalla ritrovata solidità difensiva dei nerazzurri, che nelle ultime 9 giornate di campionato hanno incassato solo 3 gol. Se Murillo sta tornando vicino ai livelli dei suoi primi mesi in Italia, il merito è anche del cambio di posizione con Miranda: il colombiano infatti agendo a destra sta mostrando grande sicurezza sia nelle chiusure che nelle uscite; addirittura, riproponendo un invalicabile Medel come centrale, nelle ultime due gare Pioli ha ideato una sorta di difesa a 3 pur se non dichiarata, complice anche il periodo di appannamento di Ansaldi.
Sul fronte offensivo, le bocche da fuoco dell’Inter sono le settime della Serie A per realizzazioni, ma nessuno conclude verso la porta più del biscione, con ben 422 tiri in 24 partite (138 nello specchio). Buon per noi che non sia del match lo spaventoso Icardi: mancherà così un centravanti dal potenziale indiscusso di 15 gol e 8 assist. Pioli si affida quindi ai suoi straripanti esterni d’attacco, da Eder e Candreva (4 gol a testa) all’incontenibile Perisic, il cui ruolino riporta già 155 attacchi, 53 tiri e 48 occasioni da gol (con 7 centri), niente male considerando quanto parta lontano dalla porta e decentrato. Con loro il veterano Palacio, che sul breve sa ancora fare male agli avversari e per quanto non abbia più lo smalto degli anni d’oro, è sempre un elemento da tenere fuori dall’area di rigore.
La squalifica di Kondogbia – uno dei pilastri della nuova Inter, impressionante la mole di palloni recuperati – e l’infortunio di Brozovic cambiano un po’ i piani della mediana, dove chi non si discute è l’ottimo Gagliardini (uno che predilige l’inserimento in area e che da tempo sta sfiorando il gol) e probabilmente con lui toccherà a Joao Mario. La brutta notizia per noi è che l’Inter ama i finali di gara: ha già segnato 12 gol dopo il 75′.