La fredda serata viennese che ha consegnato alla Roma una grandissima fetta di qualificazione al turno successivo di Europa League, ha evidenziato ancora le qualità dell’organico giallorosso, prorompente nei suoi uomini-gol e in generale in una manovra produttiva e avvolgente. Di contro, però, si sono messi nuovamente in luce tutti i limiti della fase difensiva della Roma di Spalletti, pasticciona quando finisce sotto pressione e spesso ricca di errori individuali che costano cari.
Limitata anche dai tanti infortuni di questo avvio di stagione, la retroguardia dei capitolini continua a soffrire, ora anche senza Manolas che è uno dei suoi elementi più affidabili: il tecnico, che ha i centrali contati con Rudiger appena tornato dal lungo stop e Fazio non al meglio, potrebbe insistere con l’arretramento di De Rossi, e sta ancora cercando garanzie anche sulle corsie esterne. Fermo per acciacchi pure Emerson, ko per molto tempo Florenzi, non ci sono molte alternative a Peres sul lato destro (come è noto, fa della fase di spinta la sua migliore arma) e Juan Jesus a sinistra (Mario Rui è out dall’estate).
I sorrisi della Roma provengono allora dalla cintola in su: i giallorossi, primissimi per gol segnati (26, con una media di 2.36 a gara), tiri (175 di cui 84 in porta), assist (53 di cui 15 vincenti, con Salah specialista), sembrano essere i più accreditati avversari della Juventus capolista. Alla ricerca di un senso importante per la stagione dopo l’immediato fallimento della missione Champions, la Roma con questo super mese di ottobre – ha battuto Inter, Napoli, Palermo e Sassuolo prima dello 0-0 di Empoli – è lanciatissima al secondo posto della classifica. Bomber Dzeko, con 10 gol in 11 giornate, è capocannoniere della A ed esaltato dai movimenti e dai suggerimenti di un 4-2-3-1 brillantissimo, in cui i vari Salah, Perotti, Nainggolan ed El Shaarawy (più Totti utilizzato part-time) sgusciano da tutte le parti. Con addirittura 32 azioni d’attacco di media a partita (di cui quasi la metà per vie centrali) si capisce come finora sia stato difficile per tutti limitare le scorribande della Roma, che peraltro ha ritrovato l’intensità dello Strootman dei primi tempi in mediana e sta apprezzando qualità e verticalizzazioni di Paredes, già visto all’opera nella sua grande stagione scorsa ad Empoli. Un dato significativo: la squadra di Spalletti è fra le ultime del campionato per km percorsi di media. Più che altro, fanno correre la palla.