Davide Nicola sta faticando non poco a tenere dritto il timone di una barca che, per quanto visto finora, non possiede un equipaggio valido per la A. Solo 9 punti conquistati in 18 gare – eppure la salvezza, distante 8 lunghezze, non sarebbe nemmeno lontanissima – significano per il Crotone l’assoluta necessità di cambiare completamente marcia nel girone di ritorno, se si vorrà coltivare la speranza della permanenza in massima serie.
Su tutti i risultati positivi dei calabresi c’è la firma dei portieri, Cordaz e Festa, fra le poche garanzie della squadra: le loro 93 parate – dato più alto di tutta la A – segnalano però, oltre alle indiscusse qualità degli estremi difensori, una forte vulnerabilità della fase difensiva. I 33 gol subiti sono la terza peggior cifra del campionato, ma ciò che spaventa di più Nicola sono le 12 reti incassate nei minuti finali, dopo il 75′. Di fatto il Crotone prende sempre gol alla fine delle partite, è successo anche alla ripresa in casa Lazio, e gli striminziti numeri dell’attacco, a segno solo 14 volte in tutto, non aiutano.
La squadra tira poco verso la porta avversaria (54 le conclusioni nello specchio finora) e non basta la generosità del bravo Falcinelli, che ha timbrato in 5 occasioni ma che è anche il secondo giocatore più falloso del campionato (41) dopo Rincon. Tra i pochi punti fermi dei rossoblù ci sono anche il difensore Ferrari e i mediani Crisetig e Rohden: al momento non è bastato per costruire un cammino soddisfacente, attenzione però perché è allo Scida che sono arrivate le uniche due vittorie crotonesi in stagione, contro Chievo e Pescara.