RIVIT Grifo – VB Olimpia CSPT 64-68 (17-15, 36-35, 55-51)
RIVIT: Turrini, Baruzzi, Bartoli 7, Lucchetta 6, Russu 12, Guglielmo, Lanzoni 18, Zaccherini, Martini 5, Borgognoni, Castelli 3. All. Palumbi
CSPT: Fimiani, Bonetti ne, Dall’Osso 18, Pedini, Beccaletto 10, Cavina, Zambrini 15, Pellacani, Lugli 21, Zuffa ne, Governatori 4, Guastamacchia. All. Loperfido
Arbitri: Saletti e Baraldi di Ferrara
Veramente peccato mai come stavolta in stagione la Rivit ha visto il foglio rosa così vicino, e proprio nel derby con Castel San Pietro una delle favorite al salto di categoria. Da segnalare il debutto del preparatore atletico Baruzzi come giocatore al posto del rilasciato Bonetti e l’assenza di Sgorbati squalificato. Parte a mille la Grifo con pressione sul portatore di palla, che induce i castellani in errori con conseguenti palle perse. Si arriva così al primo vantaggio di due possessi (7-2) dopo soli tre minuti. Lugli non ci sta e con due triple porta i suoi avanti (7-8). Contro replica di Lanzoni (13-8). Si prosegue punto a punto finché Bartoli e Orlando danno il via ad un break imolese che dal 17 pari porta la Grifo sul 35-21, con Imola molto più precisa nel tiro pesante (2 triple di Lucchetta e una di Castelli) rispetto ai castellani. Si sveglia Zambrini (3 punti) e il sempre pericoloso Lugli (8 punti) riportano in parità l’Olimpia (35-35) sul finire del quarto. Al rientro degli spogliatoi Dall’Osso suona la carica per i suoi e l’Olimpia vola a +7 (40-47 al ventiseiesimo). Bartoli chiude il contro-break RIVIT (50-49). Nell’ultimo periodo la RIVIT non vede il canestro per ben sei minuti e mezzo, ma per fortuna tiene in difesa e l’Olimpia non scappa poi troppo (0-10). Orlando dà la scossa ai suoi e si entra nell’ultimo minuto in perfetta parità (63-63) con un’altra tripla di Orlando. Castello perde palla, ma Bartoli non ne approfitta. Dalla parte opposta segna Zambrini. Sanguinosa persa della RIVIT che costringe la squadra di casa al fallo. Lugli fa 1/2 e mancano 18 secondi. Orlando subisce fallo e anche lui fa 1/2 (sbaglia il primo nel tentativo di segnare e mette il secondo nel tentativo di sbagliare, ohibò!) e i secondi restano 10. Va in lunetta Zambrini e non perdona (2/2) per il 64-68, che chiude il match, perché poi, anche se fosse andata l’ultima preghiera, il divario non sarebbe comunque stato colmato.