Di seguito la replica del presidente di Virtus Pallacanestro Bologna, Alberto Bucci, alle dichiarazioni del presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Giovanni Petrucci, apparse oggi sulle pagine locali di un quotidiano nazionale.
—
Leggo con grande stupore le parole “virgolettate” che il Presidente e Amico Gianni Petrucci avrebbe rilasciato ad una testata giornalistica Bolognese a commento di mie presunte dichiarazioni.
Nell’intervista che ho rilasciato in trasmissione televisiva di alcuni giorni fa, durata quasi un’ora, intervista che sono andato anche a riascoltare, tra le altre tantissime cose ho anche detto che, tra qualche settimana, avrei fatto alcuni giorni di vacanza con la mia Famiglia a Barcellona e che avrei approfittato dell’occasione per andare a trovare un amico della Virtus, dell’Avvocato Porelli ed anche mio per raccontargli come Virtus stava superando il momento di difficoltà, cosa stavamo facendo per il futuro ed anche, perché no, del sogno di ritornare tra qualche anno a competere in Europa.
Con questo non credo proprio di avere mancato di rispetto ad altre società di basket e men che meno alla Federazione.
Se i giornali hanno “condito” il fatto utilizzando parole come “wild card” o “Eurocup”, parole che io non ho assolutamente pronunciato, credo che ciò faccia parte della modalità, dell’enfasi con la quale i media si occupano di sport.
Sono certo che se all’Amico Petrucci fossero state riferite correttamente le mie parole non avrebbe avuto nulla da ridire.
Spero di vederlo stasera all’Unipol Arena e chiarire tutto.
Lo sport ha bisogno di sogni, a Bologna ancor di più. E ha bisogno di dirigenti che sappiano interpretarli e dargli forma, volando alto, lontano dalle piccole beghe, per riportare la pallacanestro italiana dove merita. Penso che sia proprio da questi sogni ad occhi aperti, dalla capacità di avere una visione e dall’entusiasmo di aziende come la Segafredo Zanetti che dovrebbe basarsi il futuro del nostro sport.
Con un po’ di ironia concludo dicendo che non mi pare di aver letto che le visite agli amici debbano essere “autorizzate” da un qualche organo competente, a meno che io non abbia perso qualche modifica alla Costituzione o ai Regolamenti della Federazione, pertanto penso proprio che tra un paio di settimane prenderò un buon caffè (Segafredo naturalmente!) con l’amico Jordi.
Alberto Bucci