Dalla stella del decimo scudetto alle stelle e strisce della bandiera americana, per affidarsi anche quest’anno alle sapienti mani di un’altra stella, questa volta del monte di lancio, un pitcher mancino, con spiccate caratteristiche di lanciatore partente, 30 anni da compiere il prossimo dicembre e un curriculum davvero di prestigio. Una fastball che sfiora le 90 miglia, un cambio che disorienta i battitori, ma un repertorio di lanci che contiene anche curve e slider.
Indizi che portano a Rudy Owens, di Mesa, Arizona, con età e caratteristiche tecniche e fisiche tali da ricordare Matt Zielinski. Non comodo il paragone con chi è entrato nel cuore degli appassionati per essere stato tra i principali protagonisti di una stagione indimenticabile, tuttavia Owens può sfoggiare una dote di esperienza ai piani alti del baseball nordamericano e non solo sicuramente superiore a chi lo ha preceduto.
Rudy C. Owens, infatti, a vent’anni non ancora compiuti, anno 2007, entra nell’orbita dei Pittsburg Pirates, disputando una stagione da rookie, che serve soprattutto per farsi le ossa. Nel 2008 un campionato in singolo A short season con State College, dove completa la maturazione per esplodere nel 2009, quando viene promosso in singolo A con West Virginia, disputando 19 gare da lanciatore partente, con 10 vittorie, una sconfitta e 1.70 di media PGL. Prestazioni che gli valgono i titoli di miglior lanciatore della South Atlantic League e pitcher dell’anno dei Pirates. Nella stessa stagione anche sei gare in singolo A avanzato, con Lynchburg.
Nel 2010 sale di livello, disputando un’intera stagione in doppio A con Altoona, Eastern League, una stagione intensa che lo vede salire 26 volte sul mound da partente, chiudendo con un bilancio di 12-6, per una media PGL di 2.46. E’ di nuovo pitcher dell’anno dei Pirates ed è convocato nell’All Star team della Lega. Nel 2011 il passaggio in triplo A con Indianapolis. Il salto si fa sentire, alzando la media PGL (5.05) ma chiude comunque la stagione con un bilancio positivo di 9-7 in 21 gare da partente.
Nel 2012 prosegue la sua avventura con Indianapolis (8-5, 3.14), ma a fine luglio entra in un trade che lo porta in una nuova franchigia, gli Houston Astros, concludendo la stagione con Oklahoma City, sempre in triplo A (2-3, 4.34), dove rimane anche nel 2013, disputando però solo 4 gare. Nell’inverno disputa il suo primo campionato nella iper competitiva lega invernale dominicana, giocando con i Gigantes del Cibao. Per lui 3 vinte, 2 perse e una media PGL di 2.68 in 10 incontri dove viene sempre schierato da partente.
Nel 2014 è protagonista di una stagione intensa a Oklahoma (8-5, 4.33, anche una salvezza in 25 gare, 21 da partente) guadagnandosi una chiamata nella Grande Lega. Il suo esordio con gli Astros avviene il 23 maggio contro i Seattle Mariners, sostituendo l’infortunato Peacock. Rimane l’unica gara disputata in MLB, terminata con una sconfitta, dopo 5.2 riprese lanciate. A fine stagione passa alla franchigia degli Oakland Athletics, che ad aprile 2015 lo girano ai Los Angeles Dodgers, con i quali disputa una mezza stagione alternandosi in tre livelli di Minor League (A+, AA e AAA) per un totale di 11 gare che non lasciano il segno. Passa poi ai Colorado Rockies a fine luglio, disputando altre 8 partite in triplo A con Albuquerque. Nell’inverno torna in Repubblica Dominicana, questa volta con i Toros del Este, disputando 11 gare da lanciatore partente (2-3, 2.88).
Nel 2016 gioca fino a giugno a Taiwan, poi firma un contratto in Independent League con i Somerset Patriots, Atlantic League. Per lui 12 partite, con 4 vittorie, 3 sconfitte e 4.01 di media PGL. Per lui 168 partite in Minor League (56-48, 3.73), delle quali ben 92 in triplo A. Poco più di due basi ball concesse ogni 9 riprese, a fronte di circa 7 eliminazioni al piatto sono un biglietto da visita eccellente, per figurare nel migliore dei modi nel massimo campionato italiano.