In una partita in cui era prevedibile che la qualità del gioco delle squadre si sarebbe abbassata, posso dire che il mio giovane collega Andreazza, con un assente, ha preparato la sua gara al meglio. Complimenti a Piacenza, vittoria meritata in una gara importante per entrambe. Io fatico a commentare una non prestazione: se sbagli sottomano da solo, se da tre non la metti mai, se ti scappa la palla dalle mani, non è colpa di come l’hai preparata. Pensavamo di dare un po’ di riposo ai giocatori, invece torniamo a Bologna perché qualche protagonista di questo sport mi deve spiegare come mai non riusciamo a tenere la stessa attenzione, che è quello che fa la differenza tra noi e il vertice. Chiuderemo il girone d’andata meglio rispetto alla chiusura dell’andata scorsa, oggi è stata come può esserlo stata l’anno scorso Matera, ma non basta. Avevo detto ai giocatori che avrei voluto andare via anche sconfitto, ma soddisfatto per la prova, e questo non è capitato. Piacenza stessa ha vinto, ma sarebbe stata più felice se avesse battuto una squadra non patetica come lo siamo stati noi oggi, imbarazzanti, e questo è lo snodo attraverso il quale ruota la nostra stagione. Dobbiamo produrre prestazioni mentali positive sempre: se perdi con 9 punti nel primo quarto, infrazioni e palle che ti scappano dalle mani, non è quello che uno si aspetta. Ora torniamo in ufficio al Paladozza per rivedere le meraviglie odierne. Non possiamo fare 4 infrazioni di passi a partita, non so come commentare questa prova all’interno di una stagione in cui siamo riusciti a fare anche grandi prove. La crescita per raggiungere obiettivi che sono alla nostra portata è giocare senza questa supponenza e leggerezza, essere giovani non significa essere inutilmente presuntuosi, altrimenti prendiamo un americano da 30 punti a partita e passiamo la palla sempre e solo a lui. Ripeto, siamo stati incommentabili: secondo terzo e ultimo quarto finiti in parità, ma con quell’inizio, dopo che avevamo messo in guardia tutti, cosa puoi dire? Forse per la seconda volta in carriera mi sono seduto e ho mandato avanti Comuzzo, perché non sono nelle condizioni di parlare a chi non ascolta. La Coppa Italia? La Supercoppa vinta non ha interessato nessuno, quindi non è un nostro obiettivo, non conta ora, perché quel che conta è capire cosa fare malgrado questa squadra abbia un supporto logistico e tecnico incredibile. I ragazzi devono cominciare a chiedersi qualcosa, rispetto alla gara di Imola dove abbiamo concesso 39 punti per errori difensivi imbarazzanti o quella di oggi, dopo aver fatto bene con Roseto. Avrei voluto perdere con la squadra che era in campo e presente di testa, questo è il mio rammarico. Ora in casa con Recanati, sarà durissima, se non capiamo e se non veniamo aiutati a capire cosa succede nella testa dei giocatori. Ho molta fiducia comunque, la reazione emotiva c’è stata, tre quarti sono stati pari, ma il problema è stato prima.

(bolognabasket)