Due giorni dopo la sesta sconfitta su otto giocate alla Virtus Segafredo Arena, primo allenamento sospeso tra la gara persa in LBA e l’impegno in Eurocup di domani sera col Budcnost, il management della Virtus s’interroga inevitabilmente sulla situazione attuale e le prospettive future. Come scritto più volte chi vorrebbe i giocatori come soldatini-automi non dotati di emozioni e capaci di rispondere agli input di chi li dirige vive fuori della realtà.
I giocatori vivono all’interno di una realtà e ne subiscono gli umori, spesso molto variabili. Questo spiega già tanto del rendimento apparentemente inspiegabile di una squadra perfetta in Europa e balbettante, per usare un eufemismo, in Italia.
La tesi secondo cui il campionato Italiano presenta dal punto di vista tecnico formazioni molto più attrezzate delle Europee è molto bizzarra, in quanto in Eurocup, il cortile che la Virtus frequenta, giocano e allenano fior di professionisti che qui sono stati dei protagonisti, basterebbe pensare ad Andrea Trinchieri che col Partizan per due volte stoppò le Vnere lo scorso anno e da quest’anno siede su una panchina d’Eurolega, per non parlare dei tanti giocatori ex Nba o Eurolega che irrobustiscono i roster di tante protagoniste della seconda Coppa Europea.
Quindi i due volti delle Vnere, bianche in LBA e nere in Eurocup, non dipendono dal diverso valore delle avversarie ma dal diverso approccio con cui la squadra affronta le due competizioni.
Credo che, anche i più distratti appassionati di basket, sappiano che la proprietà Virtus in questa stagione si propone come massimo traguardo e obiettivo la vittoria finale in Eurocup che da diritto nel 2021-2022 a disputare l’Eurolega. Le motivazioni anch’esse sono ben note: la Segafredo di Massimo Zanetti, proprietario assoluto e sponsor unico della Virtus, ha il proprio business per il 95% fuori dai confini nazionali, va da sè che l’interesse preminente quindi sia quello di portare almeno in tutta Europa il marchio Segafredo.
Possono i giocatori della Virtus non conoscere questo aspetto della loro “famiglia”? No sicuramente, credo anche che nessuno della Societò possa aver inviato il messaggio per cui l’imperativo sia vincere in Europa e tracheggiare in Italia. Tuttavia i giocatori percepiscono le sensazioni e gli umori dell’ambiente in cui vivono, pertanto anche in modo inconsapevole assegnano alle gare delle due competizioni valenze diverse.
Per giocare a basket ad alto livello, al di là degli aspetti fisici e tecnici, occorre la concentrazione. Le Vnere in Eurocup la mantengono per 40′ e chiunque vada in campo non ci sono cali di tensione, i risultati sono lì a dimostrarlo 12 partite 12 vittorie senza distinzione tra casa e fuori.
Quando gioca in Lba invece questa concentrazione c’è a corrente alternata. Detto che fuori casa il percorso è identico all’Europa, alla Virtus Segafredo Arena sono arrivate 6 sconfitte su 8 gare, di queste soltanto tre possono starci con Milano, Brindisi e Sassari ma, quelle con Cremona, Reggio Emilia e ieri sera con una Germani priva di Burns e Cline non sono tollerabili.
Certamente se qualcuno volesse ad ogni costo vedere il bicchiere mezzo pieno, potrebbe sostenere che, in una situazione emergenziale come questa e le prospettive di giocare i play off a porte chiuse o con il 25% di pubblico, la posizione in classifica avrebbe un valore molto relativo si potrebbe obiettare che oggi la Virtus sarebbe quarta alla pari con Venezia sopravanzandola per il confronto diretto favorevole, ma l’ottava classificata (ultimo posto per i play off)si trova a 14 punti con 3 vittorie di differenza ed è Reggio Emilia con cui ci sarà tra poco il confronto diretto.
La squadra di Martino ha appena inserito Sutton e Koponen, e ha già vinto il primo confronto diretto, dovesse vincere anche il ritorno all’Unipol Arena la situazione per la Virtus potrebbe farsi imbarazzante, chi arriva ottavo prende immediatamente al primo turno Milano come dire un grossissimo rischio.
Tutto ciò deve far accendere una spia sul quadro di comando della macchina Virtussina, le sconfitte contro squadre di bassa classifica debbono essere terminate altrimenti il rischio di un flop colossale in campionato è dietro l’angolo.
Sarà bene ricordare che in tre anni le Vnere, sia per colpe proprie che del Covid, non hanno mai raggiunto i play off, nonostante investimenti importanti della Segafredo.
La netta impressione che si ha osservando le gare dopo l’esonero lampo e altrettanto immediato reintegro del coach, è che sia lui che i suoi uomini abbiano perso la serenità. Credo non sia un mistero per nessuno che la sua presenza qui,è a scadenza, entrambe le parti sanno che il 30 giugno le strade si separeranno, tuttavia si tratta di professionisti sia di qua che di là che sono costretti a restare insieme e ad andare d’accordo ancora per 150 giorni, non conviene al coach rompere il suo giocattolo per il prosieguo della carriera, ovviamente men che meno può la Virtus, lanciata alla conquista dei suoi obiettivi stagionali, togliere la fiducia al coach e al suo staff.
Quindi tutti dovranno fare un bagno di sano realismo e cerchino, per 5 mesi, di dimenticare l’episodio traumatico per l’interesse di tutti.
Perfortuna domani sarà già Eurocup, arriva il Budcnost squadra ostica e tosta, tra le fila un vecchio nemico delle Vnere come Amedeo Della Valle.
Che la Virtus si presenti al ballo con il vestito delle grandi occasioni è indispensabile confidando nel rendimento immacolato in Europa e sopratutto nella reazione che, dopo ogni sconfitta, c’è sempre stata.
(Lucio Bertoncelli – Foto fornita dalla società)