Si chiama Noemi Roveda e combatterà l’11 ottobre, alla Record, nell’ambito di una riunione di pugilato che avrà il clou nella difesa del titolo da parte di Arblin Kaba.

Noemi è nata il 24 febbraio 1998 a Castel San Giovanni (Piacenza) e riesce a mettere insieme la palestra, lo studio e il lavoro. Anzi, fino a poco tempo fa i lavori erano addirittura due.

“Sono un po’ stanca – sorride – perché la giornata è solo di ventiquattro ore”.

Iscritta a Scienza dell’educazione, Noemi studia per diventare educatore nei servizi dell’infanzia.

Lavora come barista, fino a poco tempo fa anche da Decathlon e ha conosciuto il pugilato, nella sua città di provenienza, grazie alla presenza delle  palestre popolari. Prima a Piacenza poi, oggi, grazie alla Bolognina e alla realtà di via Gandusio.

“Mi piace il pugilato – racconta – perché trasmette valori importanti come solidarietà, anzirazzismo, antisessismo”.

Combatte da un paio di stagioni nella categoria élite seconda serie 51 chili. Il sogno, un giorno, è quello di riuscire a salire sul ring per poter raggiungere un titolo europeo, come Camilla Spada. “Per ora ho due incontri e due vittorie. Ma devo continuare ad allenarmi”.

Il pugilato e i cazzotti non la spaventano, anzi, la esaltano. “Perché nella boxe olimpica – racconta – ci sono il caschetto e i guantoni. Certo, c’è il pericoloso di ammaccarsi un po’ la faccia. Ma in questo momento penso soprattutto che sia più facile darle, che prenderle”.

Grazie al Cus Bologna è entrato a far parte del progetto alto-livello con l’obiettivo-ambizione di crescere ancora e far parte così dello step accademico successivo, che significa poi dual-career.

“Questo – sottolinea – significa avere la possibilità di essere seguiti interagendo nel migliore dei modi con l’ateneo. Di poter andare di pari passo sia con lo sport sia con l’attività accademica. Per questo motivo non posso che dire grazie tanto all’Università di Bologna quanto al Cus Bologna”.

Ventun anni, grande entusiasmo e altrettanto orgoglio.

“Ho cominciato dalle palestre popolari. E vorrei solo aggiungere che sono orgogliosa di quello che ho fatti e della mia provenienza”.

(Foto fornita dalla società)