“Ringrazio chi ha fatto l’abbonamento, e ci ha dato fiducia. Ringrazio chi non l’ha fatto, e magari prenderà un biglietto. Speriamo di conquistarlo. Ringrazio chi ci ha criticato, perchè ci ha pungolato, e ci sprona a fare meglio. Ringrazio Segafredo, perchè la Virtus scesa in A2 ha uno sponsor di altissimo livello. E anche l’85% degli sponsor dell’anno scorso che hanno confermato, questo è un segno di fiducia. Ringrazio chi per anni ha tirato fuori i soldi senza averli indietro, soltanto per il bene della Virtus, e sto parlando della Fondazione. A chi dice che potevano fare di più rispondo che il Bologna per essere dov’è l’ha dovuto prendere un canadese, la Roma un americano, il Milan i cinesi. Non ci sono più i singoli italiani che mettono i soldi, e bisogna ringraziare chi ne ha messi”.
Alberto Bucci è un fiume in piena, nella giornata della presentazione della Virtus Segafredo in un luogo dove si respira la storia della V nera, la Sala Borsa. Uno scenario affascinante per gettare le basi di un futuro di speranza, volontà, tenacia. “Io mi sono innamorato di questo gruppo, sicuramente farà di nuovo innamorare la gente per quello che forse gli altri non facevano, come buttarsi su un pallone vagante in campo. Al di là dei risultati, che tutti speriamo arrivino, questo è certo”.
La presentazione scorre veloce e entusiasmante, tra un presente che fa sperare e un passato che regala emozioni. Ecco tutta la Virtus: i dirigenti, lo staff tecnico, i giocatori, uniti da un progetto che vogliono far volare, tutti insieme. Quando sul palco, accanto al presidente e a Federica Lodi, che conduce la serata, sale Achille Canna, è un applauso infinito. Achille qui dentro ha giocato, è un testimone del tempo prezioso per la Virtus. E anche uno che sa leggere con lucidità il presente. “Ho visto la squadra e mi è piaciuta moltissimo, ho notato gesti di affiatamento importanti. Dovremo soffrire un po’, e va bene, soffriremo e alla fine ne usciremo tutti insieme”.
E’ la festa dei ragazzi di Alessandro Ramagli. Uno solo assente (purtroppo) giustificato: Klaudio Ndoja che durante l’ultimo allenamento ha avuto un problema alla caviglia, e deve stare a riposo. Presidente e allenatore presentano i giocatori uno a uno, per ognuno hanno parole importanti. Dalle loro parole traspare tutto l’affetto per una squadra che sta trovando equilibrio e compattezza. “Questo posto l’ho visto nei filmati d’epoca”, commenta il coach, “c’ero entrato solo in occasione di una trasferta. E’ pieno di fascino, e per me essere qui è un motivo di grande orgoglio. Quando si fa questo mestiere la responsabilità fa parte del gioco, la cosa più importante è essere se stessi e non scimmiottare nessuno. All’onestà personale si unisce l’onestà professionale, e questo alla fine ti viene riconosciuto nella vittoria e nella sconfitta”.
Arriva il momento di presentare la nuova divisa ufficiale, Bucci lo fa insieme allo Sports Marketing Manager Italy di Macron, Gabriele Tacconi. E la sensazione è che la proposta piaccia al popolo virtussino. La V è simbolo e passione, e qui trova spazio e importanza. E’ capitan Michelori che si incarica di svelare il nuovo progetto, e la platea mostra di gradire.
Chiude il presidente, alla sua maniera: “A chi dice che la Virtus non è più quella di una volta ripondo che che io avevo dei nonni stupendi e resterò orgoglioso di loro per tutta la mia vita. Se amo la Virtus sono orgoglioso sempre, non solo quando le cose vanno bene. Ringrazio i Forever Boys, che all’inizio sono venuti in sede e hanno organizzato una grigliata coi giocatori. Erano delusi, si capisce, ma ci sono stati vicini. Se uno ama la Virtus la ama, tutta intera, come la ama Achille Canna. Se amate la Virtus stateci vicino, questi ragazzi meravigliosi ogni domenica faranno di tutto per mandarvi a casa con un sorriso, e per farvi dire “sono orgoglioso di appartenere alla Virtus”.
Sipario. Del resto, non servono altre parole.