”Che fretta c’era 30 Maggio del 2000. La Fortitudo troppo presto tricolor”.
Troppo presto, sì: Perchè per chi rivendica con fierezza l’aver sempre anteposto anche la semplice esistenza all’ambizione di successo, il verbo’ vincere’ non deve necessariamente tradursi in sinonimo di ‘obbligo’. A maggior ragione, ripensando a quelle tre beffarde finali scudetto lasciate agli avversari nei quattro anni precedenti, spesso tra i rimpianti.. Eventi che non hanno mai scalfito, però, l’orgoglio di chi può vantarsi di tifare Fortitudo.
Invece, nella sfida tricolore dell’anno 2000, la Fortitudo fu determinata, anzi feroce. E riscrisse la storia. Certo, soffrendo anche in quella circostanza, con la sconfitta interna di gara 1. Non sarebbe stata vera Fortitudo, altrimenti… Tra parquet e staff tecnico, gli artefici della storica impresa furono Carlton Myers, Gianluca Basile, Gregor Fucka, Claudio Pilutti, Stojko Vrankovic, Giacomo Galanda, Dan Gay, Marko Jaric, Arturas Karnisovas (infortunato in finale), Massimo Ruggeri, Matteo Anchisi, Carlo Recalcati, Massimo Magri e Guglielmo Roggiani. Lo scudetto fu il suggello di un periodo vissuto dalla Fortitudo ai vertici del panorama cestistico nazionale ed europeo. E che durerà ancora.. A venti anni di distanza, le emozioni restano intatte. Tutti i tifosi della Fortitudo, nessuno escluso, ricordano ogni singolo attimo di quella magica notte, tra chi era a Bologna e chi invadeva il parquet del PalaVerde, rendendolo una marea a tinte biancoblu. Quelle lacrime e quegli abbracci in campo di chi sapeva che, questa volta, la squadra non aveva fallito
l’appuntamento con la storia. Quelle lacrime a dimostrazione di quanto
rappresenti e rappresenterà per sempre questa squadra per i suoi meravigliosi tifosi.
Ancora grazie, ragazzi! Ancora grazie…CAMPIONI D’ITALIA!!!